Il riferimento è alle intercettazioni di conversazioni che hanno portato agli avvisi di garanzia tra gli altri ad Andrea Agnelli e Pavel Nedved
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Le ultime novità sull'inchiesta Prisma riguardante bilanci e plusvalenze della Juve coinvolgono anche la giustizia sportiva. Dopo la diffusione di nuovi dettagli riguardanti il caso, il procuratore federale della Figc, Giuseppe Chinè, ha chiesto alla Procura della Repubblica di Torino di conoscere gli atti finora mai trasmessi, come le intercettazioni di conversazioni che hanno portato agli avvisi di garanzia tra gli altri ad Andrea Agnelli e Pavel Nedved.
La richiesta, secondo quanto si apprende, sarebbe subordinata alla possibilità di riaprire la questione in ambito sportivo. "Solo in presenza di atti nuovi e ritenuti decisivi per la revisione della decisione definitiva pronunciata dalla Corte di appello federale a sezioni Unite - si fa infatti notare in Figc -, il procuratore federale potrebbe decidere di impugnare per revocazione la sentenza sportiva".
Sul tavolo dell'accusa ci sono ipotesi di reato di falso nelle comunicazioni sociali e false comunicazioni rivolte al mercato. Sul fronte della giustizia sportiva lo scorso aprile il tribunale federale ha prosciolto 11 società e 59 dirigenti che erano stati deferiti dalla procura per presunte plusvalenze fittizie, decisione poi confermata a maggio in secondo grado dalla corte federale d'Appello.
L'inchiesta sulle plusvalenze fittizie portata avanti dalla Procura federale si era chiusa lo scorso 1 aprile con il deferimento davanti al Tribunale nazionale federale di undici società, tra le quali la Juventus, tutte prosciolte in giudizio. La Procura - che a proposito della Juve aveva chiesto per il presidente, Andrea Agnelli, un anno di inibizione e per il club 800 mila euro di multa - dopo la pubblicazione delle motivazioni aveva presentato ricorso, sostenendo la validità del modello che aveva aveva creato per definire 'fittizie' le operazioni di calciomercato finite sotto la sua lente di ingrandimento.
La Corte d'appello, lo scorso 17 maggio, ha respinto il ricorso della Procura, anche se nelle motivazioni ha evidenziato la necessità e l'urgenza di un intervento normativo sul tema della valutazione del valore del corrispettivo di cessione/acquisizione delle prestazioni sportive dei calciatori in conseguenza della diffusa percezione che alcuni valori si siano formati in modo slegato da una regolare transazione di mercato.