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L'ANALISI

Senza gioco, senza idee e senza CR7, la Juve è un cantiere ancora aperto

La sconfitta con l'Empoli, arrivata dopo il pari di Udine, mette a nudo i difetti di una squadra con troppe incognite 

29 Ago 2021 - 10:48

Un punto in due partite, contro Udinese ed Empoli, farebbe riflettere anche squadre meno blasonate. Se ti chiami Juventus il problema diventa serio. Ronaldo va lasciato nel dimenticatoio e non può essere un alibi visto che è stato lui a volersene andare ma è ovvio che, come spesso è successo negli ultimi anni, una partita come quella con i toscani avrebbe potuto risolverla anche entrando a partita in corso (e a Udine era quasi successo). CR7, però, ora è a Manchester

Il suo fantasma aleggia sullo Stadium e dimostra quanto spesso sia stato capace di coprire i problemi strutturali della Juve delle scorse tre stagioni. Per qualcuno la sua partenza ha finalmente liberato i bianconeri dalla schiavitù del suo ego e dall'impossibilità di poter sviluppare un gioco fluido e collettivo. Ad averlo, però, un gioco... Allegri è un maestro nel gestire il gruppo e a valutare i giocatori e le situazioni intervenendo con modifiche di uomini e sistemi ma considera una perdita di tempo la costruzione di una manovra basata su concetti precisi e codificati. Non sempre, però, la partita può essere risolta dai campioni a disposizione e, soprattutto, quei campioni devono essere messi nelle condizioni migliori per poter diventare decisivi. E questo si riesce a farlo dotando la squadra di un'organizzazione di gioco anche in fase offensiva, anche se ad Allegri è un concetto che proprio non piace.

Resta il fatto che la Juve vista con l'Empoli era oggettivamente in una situazione complicata già in partenza, visto che il regista ha dovuto farlo Danilo. Partito con McKennie trequartista alle spalle di Dybala e Chiesa (come spesso capita il migliore e il più intraprendente dei suoi anche spostato dall'amata fascia), Allegri ha iniziato la ripresa con il tridente, con l'entrata di Morata, per poi spingere a tutta con gli ingressi di Bernardeschi e Kulusevski per un 4-4-2 a trazione anteriore. E' cambiato molto per non cambiare la sostanza: la Juve fa una fatica enorme a costruire concrete azioni che liberino l'uomo in zona-gol. Di certo non ha aiutato la prestazione della coppia di mezzeali, Bentancur e Rabiot, e nemmeno l'ingresso di Locatelli, entrato a una ventina di minuti dalla fine, è riuscito a dare una scossa nonostante abbia perlomeno mostrato una buona vivacità che ha contribuito a creare un paio di occasioni. Due anni dopo la Juve riparte da capo con la terza guida tecnica in altrettante stagioni. A questo punto è abbastanza chiaro a tutti che il problema non è mai stato l'allenatore...

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