Kouamé risponde a Bonucci, poi il penalty del portoghese nel recupero. Espulsi Cassata e Rabiot
In due minuti, presente e futuro della Juventus cambiano radicalmente. Nel recupero, dopo una partita in ombra, doppio episodio con Ronaldo protagonista: prima un gol annullato per fuorigioco, poi rigore conquistato e trasformato all’ultimo respiro. Finisce 2-1 per i bianconeri che restano in testa (di Bonucci e Kouamè gli altri gol), al termine di una gara in cui il Genoa ha messo in difficoltà gli uomini di Sarri.
LA PARTITA
Sarà anche vero che nel calcio contano gli schemi e i calciatori ne devono essere semplici interpreti, però il recupero di Juve-Genoa farebbe sorgere qualche dubbio anche ai più ferventi devoti della religione del collettivo. Per 90 minuti è praticamente tutto alla pari, con un Genoa capace di giocarsela sullo stesso piano degli avversari, con una prestazione abbondantemente negativa di Ronaldo. Poi il doppio lampo. Prima un gol di CR7 giustamente annullato dal Var per fuorigioco, poi un rigore conquistato dal mestiere di Ronaldo e dalla clamorosa ingenuità di Sanabria. La palla sul dischetto è una sentenza: finisce 2-1 per la Juventus, che opera un nuovo controsorpasso sull’Inter dopo aver subìto un sorpasso che poteva essere doloroso. La differenza è tutta qui: la Juve ha Ronaldo, anche se svogliato, gli altri non ce l’hanno. Fine dei discorsi. L’intento di Thiago Motta è abbastanza chiaro fin dall’inizio: dentro quattro giocatori offensivi perché tanto con la Juventus se si gioca stile provinciale degli anni ’60 se ne portano a casa a palate. Il trio Pandev-Agudelo-Kouamè ha il compito di aumentare i giri del motore non appena ci si allontana dalla propria area, coinvolgendo anche Pinamonti che sta qualche metro avanti. La teoria è decisamente interessante, ma poi la pratica dice che giocare contro una squadra di Sarri può diventare un incubo anche per una squadra apparentemente rigenerata dal cambio di allenatore. Il primo quarto d’ora della partita dice che la Juventus, se vuole e se ascolta il suo allenatore, ti fa uscire dalla tua metà campo solo con il permesso dei genitori. Tanto vale starsene lì dietro, far girare, girare e girare la palla tanto per non lasciarla agli altri. Ogni tanto, uno sguardo all’orologio che gira. Come tutti gli allenatori post-sacchiani, anche Sarri è decisamente convinto che il gioco abbia sempre la prevalenza sui giocatori. Però poi il turnover dalle sue parti si pratica con il contagocce. Il motivo si comprende sfogliando la lista degli assenti. Uno in particolare spicca su tutti: Miralem Pjanic. La sua assenza si nota in maniera inverosimile. Con una squadra che tenta di limitarti, dopo 3-4 passaggi orizzontali c’è sempre la verticalizzazione decisiva. Bentancur avrà molti pregi, ma in questo ruolo non è nemmeno lontano parente di Pjanic. Secondo punto che salta all’occhio è lo sviluppo degli schemi d’attacco. Quando c’è Higuain, l’appoggio su di lui si trasforma spesso in un assist per i compagni di linea. Con la coppia d’attacco Ronaldo-Dybala, il campo è come un foglio di carta diviso a metà: quello che succede da una parte non può succedere dall’altra. Tra i pregi di Sarri c’è sicuramente quello di studiare con attenzione le palle inattive. Non se ne vanta, ma sa bene che si tratta di un’arma in più. Se non si riesce ad arrivare in porta con delle azioni lineari, c’è sempre il solito utilissimo libretto degli schemi da fermo. Così, dopo un paio di tentativi comunque meritori di Dybala, il vantaggio arriva da un’avanzata di Bonucci che arriva con la testa un centesimo di secondo prima di Radu.
Il modo e il tempo del vantaggio danneggiano la Juve più di quanto non ne corroborino l’autostima. Sembra fatta per andare al riposo in vantaggio, ma mollare gli ormeggi retrocedendo di quindici metri il baricentro significa regalare due occasioni al Genoa: la punizione di Schone trova pronto Buffon, la seconda un regalo globale della difesa che Kouamè trasforma nel gol dell’1-1 con uno dei tiri più sgraziati della sua vita. Nessun allenatore accetta di sentirsi dire “è colpa di questo, è colpa di quello”, ma la fine del primo tempo e l’inizio del secondo tempo dimostrano chiaramente che oggi il problema vero della Juventus è il centrocampo. Lo capisce Sarri e più di lui lo capisce Thiago Motta, che senza farsi troppo notare porta i suoi in su qualche metro per volta, fino a giocarsela alla pari per un bel pezzo di partita, nonostante l’espulsione di Cassata per una seconda ammonizione ampiamente discutibile (presunto fallo tattico), inferiorità numerica che non si nota affatto. Si nota invece il nervosismo di Sarri, che non potendo cambiare Bentancur perché non ha un playmaker a disposizione, toglie gli altri due che gli stanno a fianco e che chiudono la loro prova con un voto insufficiente. Fuori Khedira e Matuidi, dentro Ramsey e Rabiot. Va male anche sotto questo punto di vista., perché Rabiot in pochi minuti si fa cacciare per un doppio cartellino giallo. Con il passare dei minuti la partita torna ad avere la configurazione iniziale. A Thiago Motta va riconosciuto un grande coraggio, quello di non lasciarsi tentare dall’inserimento di un difensore in più. Mantiene alta la qualità per poter lasciare il meno possibile la palla agli avversari, pur essendo costretto ad abbassarsi un po’ causa inferiorità numerica. La Juventus capisce che non è serata da calcio-playstation e prova a risolverla con i singoli. Però gli spazi sono chiusi, le idee non sono chiare, quando si apre uno spiraglio c’è poi Radu che chiude tutto con puntualità.
LE PAGELLE
DYBALA 7 – La sua stagione è un continuo crescendo. Anche dal punto di vista mentale. Era partito con la voglia di mettersi in mostra a tutti i costi, poi ha fatto capire di trovarsi alla perfezione con Higuain, adesso c’è qualche traccia di una possibile convivenza con Ronaldo. Non che i due si cerchino molto per il momento, anzi. Però la Joya ha capito che deve stare a una certa distanza da CR/, il resto vien da sé. E infatti fin dall’inizio è lui il più pericoloso della Juve.
CUADRADO 6,5 – Gli infortuni degli esterni di ruolo sono stati quasi una fortuna per la Juve, una circostanza che ha consentito a Sarri di completare questa tarsformazione di Cuadrado. Il colombiano oggi interpreta il ruolo meglio di tutti, ha l’incisività che l’anno scorso era garantita da Cancelo quando c’era, ma con meno amnesie difensive.
RONALDO 6 – Tornano in mente le parole pronunciate dal portoghese qualche giorno fa: “Se potessi, giocherei solo le partite importanti cioè quelle di Champions League e quelle della Nazionale portoghese”. Più che un desiderio sembra stia diventando uno stile di vita, un approccio sicuramente non ronaldiano a questo tipo di impegni. Al 74’ si mangia un gol pazzesco di testa, errore anche questo non ronaldiano. Poi però nel recupero conquista e segna il rigore che vale la vittoria e che gli consente di strappare la sufficienza.
KOUAME’ 6,5 – Nella primavere scorsa era stato accostato a qualche grande squadra, poi alla fine è rimasto al Genoa che adesso sta provando a valorizzarlo ulteriormente. Certo il gol del’1-1 non è un esempio di stile, ma il ragazzo era lì, lucido nel farsi trovare al posto giusto dopo un tempo di sacrifici e rincorse.
BONUCCI 6,5 – Forgiato dall’incubo delle braccia di De Ligt che nelle ultime partite l’hanno fatto soffrire non poco, si adegua agevolmente alle insicurezze di Rugani. Ma nello stesso tempo dimostra personalità e leadership. In pochi minuti fa capire a Bentancur un errore di posizione con un lancio lungo che non è da calcio sarriano, poi fa ad anticipare Radu per il gol dell’1-0.
AGUDELO 6,5 – L’argento vivo addosso. Ma anche una sorprendente maturità, in relazione alla giovane età. Una splendida scoperta che aderisce ermeticamente alle idee del suo allenatore, puntuale nel pressing e intraprendente con il pallone tra i piedi.
BERNARDESCHI 5,5 – Continua a essere un problema per questa Juve. Il centrocampo a rombo è stato ridisegnato quasi esclusivamente per lui e per poterlo inserire con continuità. Invece il suo rendimento continua a essere zoppicante, non perché non ci metta buona volontà, ma perché sembra non avere proprio assimilato le idee del suo allenatore. La sua ultima mezz’ora in crescendo va forse più a incidere sulle considerazioni future nei suoi confronti più che sull’immediatezza della partita.
BENTANCUR 5 – Non ci siamo proprio. In generale il giocatore ha anche un suo valore assoluto, che però non viene dimostrato minimamente in questo ruolo così nevralgico per il calcio sarriano. Il regista non lo può fare, comunque non lo può fare in questo tipo di squadra.
RUGANI 5 – E pensare che dovrebbe conoscere a memoria ogni comandamento di Sarri, essendo stato valorizzato proprio a Empoli dall’attuale condottiero bianconero. Dal quel Rugani a questo Rugani però c’è un abisso in negativo, che porta a preoccupanti cali di tensione e a errori elementari che tolgono tranquillità al resto della squadra.
SCHONE 7 – Non è escluso che Sarri faccia confezionare un dvd con la partita del danese e la mostri a Bentancur per spiegargli cosa vuol dire essere il faro di un centrocampo. L’ex Ajax non ha paura di avere il pallone, non ha paura degli avversari che gli vengono incontro, sale a testa alta ed esce da qualunque situazione imbarazzante, anche quando non può più contare sul ringhioso Cassata al suo fianco.
RADU 6,5 – Una parziale incertezza sul gol dell’1-0 di Bonucci viene ampiamente compensato da una notevole serie di parate anche di una certa difficoltà.
IL TABELLINO
JUVENTUS-GENOA 2-1
Juventus (4-3-1-2): Buffon 6; Cuadrado 6,5, Bonucci 6,5, Rugani 5, Alex Sandro 6; Khedira 5,5 (16' st Rabiot 4), Bentancur 5, Matuidi 5,5 (16' st Ramsey 5,5); Bernardeschi 5,5 (34' st Douglas Costa 6); Dybala 7, Ronaldo 6. A disp. Szczesny, Pinsoglio, De Sciglio, De Ligt, Danilo, Emre Can, Demiral, Olivieri. All: Sarri 6.
Genoa (4-2-3-1): Radu 6,5; Ghiglione 6, Romero 6,5, Zapata 6, Ankersen 6; Schone 7, Cassata 5,5; Pandev 6 (23' st Gumus 6), Agudelo 6,5 (39' st Radovanovic 6), Kouamé 6,5 (36' st Sanabria 5); Pinamonti 5,5. A disp.: Marchetti, Jandrei, Barreca, Goldaniga, El Yamiq, Biraschi, Jagiello, Saponara. All: Thiago Motta 6,5.
Arbitro: Giua.
Marcatori: 36' Bonucci, 51' st Ronaldo su rigore (J), 40' Kouamé (G)
Ammoniti: Pandev (G), Bentancur, Rugani, Bonucci (J)
Espulsi: Cassata per doppia ammonizione, Marchetti per proteste dalla panchina (G), Rabiot (J) per doppia ammonizione.
LE STATISTICHE DI JUVENTUS-GENOA
• Dal 2004/05 questo (95:16) è il secondo gol più tardivo della Juventus dopo quello di Dybala contro il Milan nel marzo 2017 (anche quello su rigore).
• L'ultimo gol segnato con i club da Cristiano Ronaldo nei minuti di recupero prima di oggi era arrivato, sempre su calcio di rigore, in Real Madrid-Juventus dell'aprile 2018.
• Era da maggio 2018 contro il Verona che la Juventus non effettuava almeno 12 tiri nello specchio in un match di Serie A.
• Leonardo Bonucci è l'unico difensore ad aver segnato almeno un gol in tutti gli ultimi sette campionati di Serie A.
• Tutti gli ultimi 6 gol in Serie A di Bonucci sono arrivati su sviluppo di calcio d'angolo.
• Primo gol di Leonardo Bonucci in questo campionato (non segnava da aprile contro il Cagliari).
• Secondo gol per Bonucci al Genoa in Serie A: contro nessuna squadra ne ha segnati di più.
• Gianluigi Buffon raggiunge oggi Alessandro Del Piero (513) come giocatore più presenze nei campionati italiani con la maglia della Juventus (includendo quindi la Serie B).
• Kouamè è, alla pari di Iacoponi, uno dei due giocatori di movimento ad aver disputato tutte e 48 le partite degli ultimi due campionati (2018/19 e 2019/20).
• Kouamè ha già segnato più gol in questo campionato (5 reti, 10 presenze) che in tutto lo scorso (4 in 38).
• Terza espulsione in Serie A per Cassata: con Koulibaly è l'unico calciatore ad aver ricevuto un cartellino rosso in ognuno degli ultimi 3 campionati.
• Prima di oggi, l'unica altra espulsione di Rabiot in campionato risaliva ad agosto 2015 in Lille-PSG.