Il tecnico bianconero in conferenza: "E' il campionato più difficile della storia del calcio italiano"
Dopo aver fallito il primo match-point contro l'Udinese, la Juventus ha la grande occasione di chiudere il discorso scudetto battendo la Sampdoria. "C’è la volontà di andare all’obiettivo senza perdere la testa, abbiamo fino al 2 agosto - ha spiegato Sarri -. Domani è una possibilità, dobbiamo giocare con combattività per arrivare all’obiettivo perché andarci vicino conta zero”.
LA CONFERENZA DI SARRI
Vede nella partita di domani l'obiettivo?
“Noi in tutte la partite che facciamo vediamo la possibilità e la voglia di portare a casa punti. C’è la volontà di andare all’obiettivo senza perdere la testa, abbiamo fino al 2 agosto per arrivarci. Domani è una possibilità, dobbiamo giocare con combattività per arrivare all’obiettivo perché come ho sempre detto andarci vicino conta zero”.
A proposito dei cali fisici come ha detto lei dopo Udine…
“Io non ho mai parlato di cali fisici, forse ti confondi con qualche altro allenatore. A Udine abbiamo fatto 11 km”.
La preparazione è finalizzata alla Champions?
“Non stiamo facendo nessuna preparazione perché stiamo giocando ogni 72 ore quindi è impossibile fare qualsiasi tipo di lavoro. Io penso che la partita di domani la prepareremo in 30-40 minuti domattina perché anche oggi ci saranno alcuni giocatori che avranno bisogno di qualche ora di recupero. In questo momento non c’è nessuno che sta lavorando dal punto di vista fisico se non qualche lavoro individuale su qualche giocatore che sta fermo".
Si è dato una risposta per il mancato ordine di Udine?
"Le difficoltà sono per tutti, non è così automatico far passare la fatica da una partita all'altra. Abbiamo perso ordine in eccesso, abbiamo perso le distanze ma è differente rispetto ad altre volte che siamo stati passivi. A me per certi versi piace, però non siamo stati perfetti".
Cosa è successo a Pjanic?
"Ha fatto 46 partite quest'anno. Nelle ultime partite abbiamo fatto scelte diverse perché giocavamo contro formazioni che fanno della fisicità la loro arma. Pjanic ha giocato tantissimo, in questo momento ha un piccolo acciacchino come tutti i giocatori sopra le 40 partite. È un acciacco risolvibile: ieri ha lavorato per risolvere questo piccolo problemino, oggi rientrerà in gruppo e domani vediamo se sarà della partita o meno”.
Sugli infortunati.
"Alla Juve da qualche anno ci sono tanti infortunati, difficile trovare qualcosa in comune. Higuain ieri si è allenato in gruppo, oggi proverà gradualmente in gruppo. De Sciglio dalla prossima settimana dovrebbe rientrare in gruppo. Non è una situazione drammatica, abbiamo altri giocatori per sopperire".
Le rimonte capitano perché avete mollato un po’ mentalmente?
"In questo momento bisogna avere riferimenti molto diversi rispetto a un periodo normale della stagione, le rimonte sono all'ordine del giorno in quasi tutte le partite, quindi è un momento atipico in cui ci sono componenti che rendono campionato e risultati atipici. Questo è normale se si gioca la stagione a luglio, non era mai successo nei passati 100 anni e quindi l’atipicità è normale. Noi possiamo e dobbiamo essere più solidi, in questo momento non c'è modo di lavorare moltissimo quindi dobbiamo tenere la testa libera ed entrare in campo con grande livello di determinazione. Non penso che la squadra abbia mollato perché a Udine abbiamo fatto un errore di voglia, non di mancanza di voglia. Momento difficile ma dobbiamo trovare la forza di andare all'obiettivo".
Il fatto che Pjanic sia del Barcellona l’ha estromesso dalle gerarchie?
“Non so la situazione di Arthur e non mi interessa, Pjanic è molto dentro al gruppo, non ho dubbi sulla sua professionalità e sulla sua moralità e se ho fatto scelte diverse è per le partite che abbiamo affrontato, per motivi tecnici e tattici".
Che gara si aspetta contro la Samp?
"Ha trovato la sua dimensione, riesce a rimanere ordinata per molti tratti della partita e non a caso ha fatto cinque vittorie nelle ultime nove partite. In questo momento è difficile da affrontare, ma noi dobbiamo avere un obiettivo in testa e nessuno ci deve sovrastare per motivazioni".
Centrocampisti non adatti al suo gioco.
"Devo essere io ad adattarmi alle caratteristiche dei giocatori. Un allenatore non può arrivare in una squadra e comprare 25 giocatori, devo capire le caratteristiche dei giocatori e adattare il mio modo di giocare alle caratteristiche dei giocatori, altrimenti si diventa allenatore di se stessi. Quindi il discorso lo invertirei”.
In vista della Champions difficoltà più fisiche o mentali?
"Non penso problema di testa, la Champions è una competizione affascinante ma secondo me bisogna valutare la stagione sul campionato. Ci sono due settimane per la partita della Champions, adesso dobbiamo concentrarci solo sul campionato".
Quale sarà l'atteggiamento domani?
"Dobbiamo avere equilibrio nella lettura dei momenti, cosa che non abbiamo fatto a Udine per eccesso. A me piace anche la volontà di andare sempre avanti, ma bisogna anche leggere situazione e situazione. Questo tipo di mentalità a me comunque piace".
Che voto dà al lavoro della squadra finora?
"Un buon voto perché questo è il campionato più difficile della storia del calcio italiano. Se guardiamo le classifiche c'è anche un capovolgimento delle graduatorie. Alla luce delle difficoltà evidenti, credo la squadra abbia fatto una buona interpretazione".