La partita del Maradona come svolta del campionato: una rete tricolore, non solo rossonera
di Bruno Longhi
Non è affatto utopia chiamarlo gol-scudetto. Ma quell’istintivo e reattivo piatto sinistro di Giroud sul tiraccio sbilenco di Calabria, molto simile a quello dell’1-1 nel derby quando aveva sospinto nella porta nerazzurra un destro sporco di Brahim Diaz, ha tutte le caratteristiche per essere tramandato ai posteri.
UN TOCCO TRICOLORE, NON SOLO ROSSONERO
Un gol scudetto nonostante manchino ancora 10 giornate e nonostante l’Inter abbia sempre da recuperare la gara di Bologna. Perché è stato il primo in trasferta del numero 9 francese. Perché lo ha realizzato dopo che era stato a forte rischio di lasciare il campo in anticipo. Perché ha sfatato il tabù di Pioli contro Spalletti. Perché è arrivato dopo i due di San Siro contro l’Inter, l’altra pretendente al titolo. Perché vale il primo posto del Milan e ne consolida la forza già espressa 5 giorni prima nel derby di Coppa Italia. I rossoneri hanno vinto a Napoli ed è quanto fortemente volevano. Perché quella dello stadio Maradona doveva essere, e lo è stata, una tappa fondamentale nella corsa verso il titolo. Hanno dimostrato la loro forza quando si è giocato a calcio. Hanno resistito quando la partita è diventata caotica, meno logica, e conseguentemente più soggetta all’imprevedibilità del colpo di un singolo. Il Napoli invece è mancato ancora una volta all’appuntamento, forse decisivo. Era già successo dieci giorni prima contro il Barcellona. Evidentemente non ha la forza per essere in sintonia con la pressione che gli trasmette un’intera città, smaniosa di ritornare a rivivere i tempi magici degli scudetti. E questo è un limite, anche se non tutto è perduto. Il Milan ha scollinato e può guardare con ottimismo al traguardo finale perché ora può beneficiare -ma con la dovuta attenzione - di un calendario in discesa che lo opporrà, prima della semifinale di ritorno di Coppa Italia, a Empoli, Cagliari, Bologna, Torino e Genoa. Mentre nello stesso periodo l’Inter dovrà vedersela con Torino, Fiorentina, Juventus , Verona e Spezia. E saranno soprattutto le prime tre gare a dirci se la goleada inflitta alla Salernitana debba essere considerata l’equivalente di un atteso ritorno alla normalità o il frutto di una serata speciale. Ma prima ci sarà Anfield, contro il Liverpool che in casa non perde da un anno esatto. E quindi con tutti gli annessi e i connessi che una gara del genere potrebbe lasciare nei muscoli e nei pensieri dei nerazzurri
IL CIRCO E LA COERENZA ALLEGRIANA
Intanto la Juventus sta blindando il quarto posto proseguendo nella sua politica dei piccoli passi. Vince e sempre col minimo scarto. Ma non convince. Tuttavia ha ragione da vendere Max Allegri quando invita ad andare al circo tutti coloro che vorrebbero lo spettacolo. Nulla da eccepire sulla sua coerenza. Lui predica calma, tira diritto per la sua strada e intanto la Juventus inanella la quattordicesima gara utile in campionato e si lascia alle spalle una settimana decisamente fruttifera, tre vittorie su tre contro Empoli, Fiorentina e Spezia. Ma sarebbe utile indagare tra i suoi tifosi per capire quale possa essere il loro indice di gradimento dopo partite in cui la sofferenza vince per distacco sul divertimento.