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L'EDITORIALE DI BRUNO LONGHI

L'editoriale di Longhi: Inzaghi, Italiano e Juric promossi. Rimandati Spalletti, Allegri e Mourinho

Il bilancio delle "nuove" panchine di Serie A a fine andata: chi ha fatto bene e chi meno

di Bruno Longhi
24 Dic 2021 - 10:49

Si chiude l’anno calcistico, si chiude il girone d’andata ed è quindi tempo di bilanci seppure a metà. Guardando i numeri raffrontati alla classifica di un anno fa, emerge per esempio che il Milan viaggia all’insegna della continuità, un solo punto in meno rispetto ad allora. E che tra le società che hanno cambiato l’allenatore, pensando che bastasse per migliorare le prestazioni ed i risultati, hanno avuto ragione l’Inter, la Fiorentina e il Torino. Simone Inzaghi ha virato con un più 5 rispetto a Conte. E se va detto che ha messo del suo su ciò che il predecessore aveva costruito nei due anni precedenti, c’è da sottolineare che non è mai facile - anche guidando una squadra di ottimi giocatori - fare meglio di chi ha già fatto benissimo.

INTER: L'UPGRADE DI INZAGHI
L’Inter ha chiuso il girone d’andata con una prestazione non all’altezza del gioco sciorinato nelle precedenti partite. Per la pressione personalizzata attuata dai centrocampisti del Torino su quelli nerazzurri, e per l’assenza determinante di Barella che, purtroppo si farà sentire anche in Champions contro il Liverpool. Ma ha comunque aggiunto altri tre punti alla sua invidiabile classifica.

ITALIANO E JURIC, UN IMPATTO PIU' CHE POSITIVO
Più agevole è stato il lavoro di Italiano a Firenze dove era chiamato a migliorare i miseri 21 punti di un anno fa. Comunque sia, con un sontuoso più 11 rispetto allo scorso girone d’andata, è tra i nuovi tecnici colui che ha fatto meglio di tutti. E non solo i numeri sono dalla sua parte, ma anche il gioco spettacolare che è stato propedeutico per ricreare il giusto feeling con la tifoseria. Alle spalle di Italiano, a quota più 10, ecco Juric, colui che ha ridato al Torino l’anima combattente. Ma i 25 punti attuali sono comunque ancora pochi se pensiamo che ha perso immeritatamente e col minimo scarto con quasi tutte le grandi.

ALLEGRI, SPALLETTI E MOURINHO A QUOTA -5: RIMANDATI
Rimanendo nella sfera di coloro che hanno ritrovato una panchina ad inizio stagione, si fanno compagnia a quota meno 5, Allegri, Spalletti e Mourinho. Le maggiori attenuanti le ha Spalletti, costretto ultimamente ad abdicare dal ruolo di leader della classifica, a causa delle assenze in contemporanea di troppi giocatori decisivi. E i numeri parlano chiaro: prima di affrontare l’Inter a San Siro era a più sette sui nerazzurri. Ora è scivolato a meno sette. Chiaramente da questa analisi prescindono le sconfitte casalinghe con Empoli e Spezia, alle quali dovrebbe comunque saper ovviare chi ha come obiettivo lo scudetto. Allegri avrebbe l’attenuante dell’addio di Ronaldo avvenuto a stagione già iniziata. Troppo tardi per trovare un sostituto in grado di rimpiazzare il portoghese. E l’assenza di un goleador spacca-partite lo ha costretto alla politica dei piccoli passi, che sta comunque riportando la Juventus ad una posizione più in linea con la sua storia. Ma l'obiettivo massimo sembra essere come un anno fa il quarto posto. Mourinho ha avuto finora un solo grande merito: di farsi amare dalla tifoseria giallorossa nonostante la classifica della Roma non sia in linea con le aspettative. Ma questo è uno dei motivi per cui continua ad essere “speciale”. Sarri, a meno 3 rispetto ad un anno fa quando la Lazio era di Inzaghi, sta provando a trasformare i biancocelesti in una sua creatura. E pare stia finalmente trovando la retta via.

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