I nerazzurri hanno pagato non solo l'approccio sbagliato contro un ottimo Sassuolo
di Bruno Longhi
Il calcio non è sicuramente una scienza esatta se l’ultima della classe impatta con la prima e se il Sassuolo vince con merito a San Siro con l’Inter. Ma ha una sua logica dalla quale nessuno può prescindere. Quella che avrebbe dovuto indurre Simone Inzaghi, grande conoscitore di tutto lo scibile del calcio ad evitare di mettere in campo nel primo tempo della gara di ieri un’Inter completamente inadatta ad esprimere le sue potenzialità.
INTER: APPROCCIO SBAGLIATO E SCELTE DISCUTIBILI
L’approccio è stato sbagliato, d’accordo, ma l’assenza (pesantissima) di Brozovic avrebbe dovuto sconsigliarlo dall’attuare la consueta costruzione dal basso non avendo gli elementi adatti per saltare col palleggio il pressing dell’avversario. Senza Brozovic, squalificato, e Barella a farne le veci come vertice basso di centrocampo ma asfissiato da Raspadori, si è ritrovato in pratica senza Brozovic e senza lo stesso Barella. E complessivamente con un centrocampo impoverito nella circolazione di palla sia per i limiti tecnici di Gagliardini che per lo scarso apporto di Calhanoglu, probabilmente condizionato dall’assenza dei suoi abituali partner di reparto e dal mezzo errore (con falletto) sul primo gol dei neroverdi. Sentenziare dopo è molto facile, ma contro un Sassuolo simil-Liverpool, e da applausi, ci sarebbe voluta già dall’inizio un’altra Inter, che tenesse conto dei propri limiti. Che saltasse il centrocampo per arrivare a Dzeko a far da torre o pronto a sfruttare l’aggiramento sul fianco sinistro dell’inesauribile Perisic. Una squadra diversa. Come lo è stata quella che nella prima mezz’ora della ripresa, cioè finché le forze hanno retto, avrebbe potuto pareggiare o forse anche di più. Ma nonostante i tanti tentativi, nonostante le paratone di Consigli, il Sassuolo ha vinto meritatamente e l’Inter ha confermato di essere vulnerabile quando non schiera la squadra tipo, segno evidente che la rosa ha dei limiti. Che in passato (vedasi Derby, per esempio) erano emersi quale conseguenza dei cambi-harakiri dell’ultimo quarto d’ora; mentre ieri sono venuti alla luce nella prima parte del primo tempo per via di un modulo privo degli interpreti adatti. Nella ripresa si è vista una partita altamente spettacolare, sofferta dai tifosi di ambo le parti, ma sicuramente apprezzata dal pubblico imparziale. Ritmi altissimi e palle gol così tante da perderne il conto. Il Sassuolo ha vinto, ha colpito un’altra grande. L’Inter, in evidente crisi di risultati, non ha saputo trarre vantaggio dell’inopinato pareggio del Milan a Salerno. E in attesa di ciò che saprà fare il Napoli a Cagliari, il campionato somiglia tanto a un film di Alfred Hitchcock, in cui niente è scontato. Men che meno il finale.