Dopo le quattro esperienze al Foggia, il boemo ritrova gli abruzzesi già allenati nella trionfale stagione 2011-12 e nella 2016-17
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Della trita e ritrita citazione vendittiana degli amori che non finiscono e tornano dopo giri immensi, Zdenek Zeman potrebbe fare il testimonial a vita. La panchina del Pescara lo riaccoglie per la terza volta dopo la straordinaria promozione in A nel 2012 (quando ha scoperto Verratti, Immobile e Insigne) e il subentro in corsa a Oddo nel 2017, questa volta con un finale diverso, terminato con la retrocessione in B.
Zeman ama i ritorni. Dove si sente amato non ha problemi a risedersi sulla stessa panchina. A quasi 76 anni si rimette in gioco, cosa che non ha mai smesso di fare, se si pensa che l'anno scorso era al Foggia, squadra guidata per la quarta volta in una carriera cinquantennale. Alla Roma c'è stato due volte e non ha mai nascosto di amare alla follia i colori giallorossi. Pescara è una città che ama il bello. Nei cuori abruzzesi ci sono gli anni di Galeone e quelli del boemo. Ora la categoria non è delle più esaltanti, visto che si parla di Serie C.
La sconfitta per 1-0 sul campo dell'Audace Cerignola è stata fatale ad Alberto Colombo, costretto a lasciare la panchina abruzzese. Martedì scorso il direttore sportivo Delli Carri è andato a cena a Roma con Zeman che gli ha confidato che sarebbe tornato volentieri a Pescara e considera la squadra forte, con giocatori funzionali alla sua filosofia di gioco. Delli Carri gli ha offerto un contratto fino a giugno 2024, ma il boemo lo vuole solo fino a questo giugno, con la clausola del rinnovo automatico in caso di promozione. L'obiettivo è quello di vincere i playoff, l'ennesima scommessa di un innamorato pazzo del proprio mestiere.