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Super League, l'Ue: "Contravviene al modello europeo dello sport"

Il vicepresidente della Commissione al Parlamento europeo: "Sarebbe un circuito chiuso formato dai club più ricchi, che si spartirebbero tra loro circa cinque miliardi di euro all'anno, a discapito degli altri"

18 Ott 2022 - 17:49
 © Getty Images

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Anche la Commissione europea va all'attacco della Super League. Lo fa attraverso le parole del vicepresidente Margaritis Schinas, intervenuto al question time al Parlamento Ue dedicato alla protezione delle infrastrutture critiche dell'Unione: "È di competenza europea qualunque idea di accordi o intese paneuropee come la cosiddetta Superlega europea - ha spiegato -. Sarebbe un circuito chiuso formato dai club più ricchi, che si spartirebbero tra loro circa cinque miliardi di euro all'anno, a discapito degli altri. Questo contravviene totalmente al modello europeo dello sport".

Schinas, che è vicepresidente per la promozione dello stile di vita europeo, ha dichiarato che "andare a sostituire le intese nazionali non è nostro compito, invece la salvaguardia dell'apertura del calcio a livello europeo lo è ed è collegata al modello europeo di sport che deve essere tutelato".

Il progetto Super League, di cui recentemente è tornato a parlare anche Florentino Perez, continua dunque a far discutere nonostante ai vertici della Uefa lo considerino ormai un capitolo chiuso. La questione, d'altronde, tornerà centrale per forza di cose a inizio 2023, quando è attesa la sentenza della Corte di Giustizia Europea riguardo alla governance del calcio, una questione sollevata dagli stessi promotori della Lega, ossia Juventus, Barcellona e Real Madrid.

"I campionati di calcio nazionali rientrano nel mandato delle intese degli accordi nazionali - ha sottolineato ancora Schinas -. La Uefa è dotata dell'autonomia di collegarsi con le associazioni calcistiche nazionali e quindi regolamentare i campionati nazionali, come la Premier League. Il calcio è un fattore di coesione, diversità e ricchezza nelle nostre società. È uno sport che si gioca nei villaggi, nelle scuole, nei cortili, negli stadi. Non necessariamente ha a che vedere con le associazioni calcistiche, con l'elite, con il denaro, o con ricchi proprietari. Ha a che vedere con noi, con la nostra identità e noi ribadiamo il nostro impegno collegiale e comune in seno a questa Commissione per proteggere a qualsiasi costo il modello europeo dello sport. Lo sport europeo, il calcio europeo, saranno sempre aperti alla competizione legata anche agli sport amatoriali. Non sarà mai una competizione tra ricchi proprietari di club che giocano tra di loro, condividono e si condividono i diritti televisivi per la trasmissione delle grandi partite a scapito delle squadre nazionali. Non accadrà".

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