Il club biancoceleste: "Sempre in prima linea contro azioni che non hanno niente a che fare con il tifo sano". Il giudice sportivo chiede ulteriori indagini
La Lazio si dissocia con fermezza dagli episodi di antisemitismo avvenuti nel derby contro la Roma, con cori vergognosi provenienti dal settore biancoceleste e la maglia numero 88 e il nome "Hitlerson" indossata da un cosiddetto tifoso: "La Lazio è sempre stata in prima linea, in particolare con l’attuale presidenza, nel condannare pubblicamente, prevenire e reprimere senza riserve qualsiasi manifestazione o azione discriminatoria, razzista o antisemita". Il comunicato, pubblicato sul sito ufficiale laziale, continua: "L’ignoranza, l’inciviltà e la superficialità di molti hanno diffuso negli stadi d’Italia e non solo un germe pericoloso, indotto da pochissimi: molti replicano comportamenti di cui non conoscono neppure il significato e la portata". Intanto il giudice sportivo ha chiesto ulteriori indagini per approfondire la questione.
La Lazio inoltre aggiunge come sia al lavoro per identificare i responsabili: "Anche in questo caso abbiamo messo in campo già prima e durante la partita di domenica scorsa Lazio-Roma la nostra organizzazione per la sicurezza, presieduta dal Prefetto Nicolò D’Angelo, già vicecapo della Polizia, per applicare severamente il codice etico, individuare i responsabili, inibirne l’accesso allo stadio e costituendoci parte civile per il risarcimento dei danni provocati. Nelle prossime ore comunicheremo gli esiti, già positivi, della nostra attività, confidando sulla fattiva collaborazione delle istituzioni preposte alla salvaguardia delle regole democratiche".
Il giudice sportivo di Serie A Gerardo Mastrandrea "in ordine ai cori beceri e offensivi, di matrice anche religiosa, che risultano essere stati rivolti prima e durante la gara dalla totalità della tifoseria assiepata nella Curva Nord nei confronti dei sostenitori della squadra avversaria, e che risultano essere stati percepiti nella maggior parte dell'impianto, deciderà entro e non oltre il 4 aprile 2023 in relazione anche all'esito degli accertamenti in corso e avuto riguardo al comportamento e alla collaborazione della Società nell'attività di individuazione dei responsabili e degli ispiratori, nonché nel prevenire il ripetersi di simili deprecabili manifestazioni". È quanto si legge nel referto del giudice sportivo in merito alle possibile sanzioni per i cori antisemiti durante il derby di domenica tra Lazio e Roma. Inoltre "dispone che, nelle more, la Procura federale fornisca a questo Giudice ogni elemento utile alla decisione, acquisito anche dai responsabili dell'Ordine pubblico, che emergesse dalle indagini in corso e da quelle già avviate per fatti simili".
La Lazio è sempre stata in prima linea, in particolare con l’attuale presidenza, nel condannare pubblicamente, prevenire e reprimere senza riserve qualsiasi manifestazione o azione discriminatoria, razzista o antisemita. Le condanne della Società contro azioni di questo tipo, che nulla hanno a che fare con il tifo sano come viene rappresentato dalla Società, sono sempre state puntuali e mai generiche, supportate da iniziative specifiche volte a prevenire e combattere tali fenomeni. La Lazio si dissocia da qualsiasi comportamento di questo tipo, illegale e anacronistico, essendo innanzitutto parte lesa da tali comportamenti.
L’ignoranza, l’inciviltà e la superficialità di molti hanno diffuso negli stadi d’Italia e non solo un germe pericoloso, indotto da pochissimi: molti replicano comportamenti di cui non conoscono neppure il significato e la portata. Siamo stati spesso i primi e gli unici ad intervenire, denunciando pubblicamente, chiedendo collaborazione alle forze dell’ordine per la repressione e attivando iniziative di carattere educativo. Abbiamo cercato di evitare, isolare e contrastare questi fenomeni. Continueremo a farlo senza esitazioni, per difendere in Italia e all’estero l’immagine della Società, che è anche Ente Morale e non ha mai avuto nulla a che fare con queste azioni. La Lazio si ispira a valori opposti: inclusione, sportività e rispetto di tutti.
Anche in questo caso abbiamo messo in campo già prima e durante la partita di domenica scorsa Lazio-Roma la nostra organizzazione per la sicurezza, presieduta dal Prefetto Nicolò D’Angelo, già vicecapo della Polizia, per applicare severamente il codice etico, individuare i responsabili, inibirne l’accesso allo stadio e costituendoci parte civile per il risarcimento dei danni provocati. Nelle prossime ore comunicheremo gli esiti, già positivi, della nostra attività, confidando sulla fattiva collaborazione delle istituzioni preposte alla salvaguardia delle regole democratiche.
Il calcio italiano rinnova il suo impegno contro la discriminazione razziale. La Federazione Italiana Giuoco Calcio, i suoi Settori, le sue Divisioni e tutte le componenti federali inviano un messaggio univoco in occasione della Giornata Internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale: dopo il successo dello scorso anno, la squadra del calcio italiano al completo scende di nuovo in campo con la campagna #UnitiDagliStessiColori. Un progetto di sensibilizzazione che verrà declinato in diverse forme e che è promosso in continuità con quanto discusso nel tavolo permanente di lavoro sull'antidiscriminazione istituito in Figc nel febbraio 2022.
"Mai più razzismo - dichiara il presidente della Figc Gabriele Gravina - Non ci dobbiamo stancare di ripeterlo, affinché la nostra società civile e il mondo dello sport, del calcio in particolare, si possa finalmente liberare da qualsiasi forma di discriminazione. Ogni insulto e ogni violenza rappresentano una ferita dolorosa inferta al cuore della nostra Comunità. Insieme a tutti gli stakeholders del calcio, che ringrazio per la sensibilità, promuoviamo i valori di amicizia, di accoglienza e di gioia che rappresentano la profonda identità del gioco del calcio".
CORI ANTISEMITI: ROMA CAPITALE SI COSTITUIRÀ PARTE CIVILE
"Roma Capitale si ritiene parte offesa rispetto alla inaccettabile pagina di cori antisemiti e di altre manifestazioni vergognose a cui tutti hanno assistito domenica scorsa sugli spalti dello stadio Olimpico, in occasione del Derby. Per questo motivo l'Amministrazione cittadina si costituirà parte civile in caso di un eventuale giudizio. Le istituzioni e il mondo del calcio non resteranno in silenzio e faranno fronte comune nel contrastare qualunque forma di intolleranza negli stadi, sia nel rispetto della memoria di milioni di vittime causate dalle ideologie razziste e antisemite che in quello per le tante persone che vogliono continuare a frequentare gli stadi e tutti i luoghi dello sport". Lo fa sapere il Comune di Roma in una nota.