Il tecnico croato: "Sono la miglior squadra in assoluto, Inzaghi è bravo. In quale Europa giocheremo? Non si può aspettare una settimana dopo la fine del campionato"
Igor Tudor presenta in conferenza stampa il big-match di San Siro contro l'Inter. "Servirà una Lazio perfetta perché andiamo a casa della più forte d'Italia che gioca un calcio bello ed efficace. Sono la miglior squadra in assoluto di quest'anno, che fa un grande lavoro nella crescita - ha spiegato l'allenatore della Lazio -. A loro vanno fatti i complimenti. Noi andremo a San Siro per fare del nostro meglio. Ci sono 6 punti in palio e da stabilire una classifica nell'ottica di quale Europa giocheremo. Andremo al massimo delle nostre possibilità". Sulla formazione: "Luis Alberto è convocato. Tra i pali torna Provedel. Pellegrini? Domani gioca, e anche Rovella. Vi do due nomi, gli altri no... Avremo bisogno di 16 giocatori che lascino l'anima in campo". La sua Lazio non saprà quale coppa europea giocherà fino a dopo la fine del campionato, a causa del recupero di Atalanta-Fiorentina: "Non si può finire e aspettare una settimana per sapere il nostro destino. Bisogna pensare prima a queste cose. Non è bello per nessuno ma penso che chi decide se ne rende conto".
Tudor spende anche parole di grande stima per Simone Inzaghi. "Simone ha il merito dello sviluppo del suo calcio e la gestione della crescita che hanno avuto nell'arco degli anni ha tanto merito. La bravura fa la differenza. Qui c'è il modo di dire di giocare un calcio europeo o meno. Lui è la dimostrazione che il modulo di gioco non c'entra con la modernità o un gioco moderno - ha spiegato l'allenatore croato -. Lui parte con un 3-5-2 che non è mai fisso e un calcio più europeo di quello non c'è. Si può giocare moderno a 3 perché conta lo stile più che il sistema, conta il modo di approcciare e di organizzarsi. Loro hanno un centrocampo fatto di 3 numeri 10, la scelta di giocatori è importante".
A che punto è la costruzione della sua Lazio. "Il top non c'è mai, un tecnico vuole sempre migliorare. Ci sono le preparazioni importanti, come la scelta dei giocatori e le loro caratteristiche. L'importante è che siano giocatori forti, il calcio che si è fatto negli ultimi 3 anni è abbastanza diverso da quello nella mia testa e di come vedo io il calcio. A me piace anche tenere palla, la differenza sono le distanza, era un calcio bello quello dell'allenatore differente, lo reputo bello e giusto. Le distanze nel mio calcio sono diverse, per questo alcuni giocatori vanno meglio. La diversità c'è, che non vuol dire che tanti giocatori non possano fare entrambe le cose. Lo hanno dimostrato. Ora finiamo bene queste due gare, sono importanti, ci possono dare qualcosina di più. Poi, quando finisce, ci mettiamo a programmare la prossima stagione con calma e lucidità, facendo le cose giuste".
Su quanto pesi il derby perso, Tudor non nasconde un certo fastidio. "Mai fatto una domanda positiva... Bellissima questa caratteristica. Ci sono 38 partite in un anno, 1 punto o 0 cambia poco, si tirano le somme alla fine e si vede dove si arriva".
Parole al miele per Kamada, rinato sotto la sua gestione. "Con lui parlo poco, non per colpa della lingua. Gli ho detto in inglese che con lui parlo poco perché fa sempre cose giuste. Come i bambini a casa, qualcuno è sempre bravo e buono e si dedica più agli altri... È un ragazzo come una macchina, in senso positivo. Non sbaglia niente, ha un cervello pazzesco collegato al talento calcistico. Può giocare dietro, avanti, mezzala, trequartista, ruba palla. Lo stimo, è una bella scoperta per me".
Le condizioni di Gila e Guendouzi . "Sono tornati, Matteo è diventato papà, si è allenato poco questa settimana, vediamo oggi di scegliere bene, quelli giusti. Tutti si sono allenati bene, sarà una gara difficile, di corsa e sacrificio. Abbiamo bisogno di 16 calciatori che lascino l'anima per conquistare qualcosa".