Logo SportMediaset
In evidenza

Seguici anche su

SDOTTORATE

Le Sdottorate - Inter come... nel 2010-11. Sartori è il vero fuoriclasse

Spunti, numeri e curiosità della 25esima giornata di Serie A

di Matteo Dotto
17 Feb 2025 - 08:00
 © Getty Images

© Getty Images

La 25esima giornata regala un mini-allungo di un punto al Napoli e consegna il derby d’Italia alla Juventus. Il gol di Chico Conceiçao consente ai bianconeri l’aggancio alla Lazio al quarto posto e rischia di costare caro in prospettiva Champions al Milan di papà Sergio. Inzaghi archivia la seconda sconfitta consecutiva lontano da San Siro e per la seconda volta (dopo Firenze) chiude una partita di campionato senza segnare gol. Thiago Motta infila per la prima volta un tris di vittorie consecutive in campionato e spera così di aver debellato la “pareggite” che tanti punti è costata ai bianconeri.

APPLAUSI – Una partita godibile, con tante occasioni da una parte e dall’altra. E, soprattutto, una delle sfide tra bianconeri e nerazzurri a più basso tasso di polemiche. Se il tutto si riduce alle lamentele di Lautaro Martinez per un presunto fallo non fischiato nel finale, vuol dire che è andato tutto bene. Perciò applausi a Maurizio Mariani, che ha arbitrato con sicurezza e autorevolezza ammonendo solo due giocatori: Conceiçao nel primo tempo per fallo su Bastoni e Barella nella ripresa per proteste.

RIVALI – Sconfitta e pareggio nei due derby milanesi; pareggio e sconfitta nei due derby d’Italia. Il torneo 2024-25 regala all’Inter solo 2 punti sui 12 totali nelle sfide dirette contro le rivali più tradizionali. Lo scorso anno l’Inter ne aveva conquistati ben 10 su 12; nel campionato 2022-23 solo 3 e 5 nel 2021-22. Mai insomma Inzaghi aveva raccolto così poco contro Juventus e Milan. Per trovare un bilancio così deficitario dei nerazzurri bisogna risalire al torneo 2010-11 quando l’Inter pareggiò 0-0 contro la Juve a San Siro perdendo 1-0 al ritorno mentre perse entrambi i derby (0-1 all’andata e 0-3 al ritorno). Allenatori erano Benitez (per lui pari con la Juve e sconfitta nel derby) e Leonardo (ko a Torino e con il Milan).   

CALO – Nonostante il punto rosicchiato ieri sera che lo porta a +2 sull’Inter, i tre pareggi in rimonta (subita) nelle ultime tre giornate scatenano i rimpianti di un Napoli che in linea teorica ha perso sei punti in meno di quindici giorni. Il 2-2 di sabato con la Lazio (pari di Dia all’87’), l’1-1 casalingo con l’Udinese (a segno Ekkelenkamp appena tre minuti dopo il vantaggio di McTominay) e l’1-1 dell’Olimpico contro la Roma (pareggio di Angelino al 92’) rappresentano una frenata importante nella corsa del Napoli verso il quarto scudetto. Un Napoli che nelle ultime cinque partite ha sempre peraltro subìto gol, 7 in totale in questo miniciclo. Un motivo di preoccupazione in più per Antonio Conte, che continua ad avere la difesa meno perforata del campionato con un trend però non esattamente incoraggiante. Dopo il tracollo di Verona della prima giornata (sconfitta 3-0), nelle successive 19 gare il Napoli aveva incassato soltanto 9 reti con ben 12 clean sheet. Prima di questa “crisetta” che ha portato Meret a raccogliere sette volte la palla in fondo al sacco.

MAGIA – Secondo centro da romanista per Matias Soulè, ma primo “pesante”: quello al Bentegodi del 3 novembre scorso era infatti coinciso con una sconfitta (Verona-Roma 3-2). La magia mancina su punizione del Tardini che ha regalato la vittoria alla Roma potrebbe significare la svolta per la stagione del talentuoso argentino portato in Italia dalla Juventus a neppure 17 anni. Ranieri, pur senza Dybala, si porta a casa con un gioiello “dybalesco” la terza vittoria consecutiva in trasferta. Lunedì prossimo all’Olimpico arriva il derelitto Monza e potrebbe essere la volta buona per il primo gol casalingo del numero 18 giallorosso. Che a Roma in carriera ha fatto centro una sola volta poco più di un anno fa con la maglia del Frosinone: rigore trasformato contro la Lazio per un parziale 0-1 ribaltato poi a fine partita dalle reti biancocelesti di Castellanos, Isaksen e Patric.

FUORICLASSE – Il Bologna con l’asterisco ha 41 punti, potenzialmente 44. Lo scorso anno a quest’altezza (dopo 25 giornate) ne aveva 45 e avrebbe poi concluso la stagione al quinto posto con la storica qualificazione in Champions League. Rispetto al torneo passato se ne sono andati l’allenatore Thiago Motta e quattro titolari: i gioielli Zirkzee e Calafiori (passati rispettivamente al Manchester United per 42,5 milioni e all’Arsenal per 50) e per fine prestito Kristiansen (tornato al Leicester) e Saelemaekers (rientrato al Milan per poi essere dirottato alla Roma). Eppure… il miracolo rossoblù continua. Merito del nuovo tecnico Italiano? Sì, ma non solo. Merito dei giocatori? Sì, ma non solo. Il merito va ascritto in gran parte a un signore di quasi 68 anni di cui molti appassionati di calcio non saprebbero neppure riconoscere la voce. Sartori, in gioventù discreto attaccante, ha nel suo palmares uno scudetto vinto con la maglia del Milan nel 1979. Lo scudetto della “stella” che lo vide co-protagonista con 7 gettoni di presenza di cui 5 da titolare. Nella foto ufficiale della rosa scudettata lo si vede nella fila di mezzo tra Franco Baresi e Fabio Capello. E nel Milan, prima dello scudetto, aveva anche fatto in tempo a segnare gol “ufficiali”, 6 (di cui tre alla Juventus): 5 nella Coppa Italia del 1977-78 e uno nell’edizione 1974-75 quando appena maggiorenne riuscì a segnare a un certo Dino Zoff al vecchio Comunale. Una così promettente carriera non ebbe poi gli sbocchi sperati: tanta Serie B (due stagioni alla Sampdoria, poi Cavese e Arezzo) e poi C e D prima di smettere a Verona nel Chievo. Uno scudetto sul campo, dicevamo. E tanti dietro la scrivania. Magari non proprio scudetti di quelli “veri” ma certamente Imprese con la I maiuscola. Perché da dirigente Sartori è l’artefice (con Delneri in panchina) del “miracolo” Chievo (nel 2006 arrivato ai preliminari Champions). Poi nell’estate 2014 passa all’Atalanta: e dall’ingaggio di Gasperini nel 2016 in poi è storia che tutti conoscono. Nel 2022 il passaggio al Bologna. Ed è storia recente… Con intuizioni di mercato - su tutti gli argentini Castro (classe 2004) e Dominguez (2003) – azzeccate che fanno la gioia dei tifosi petroniani e presto faranno la gioia delle casse del club. In attesa di altri colpi griffati GS, Giovanni Sartori. Il vero fuoriclasse del calcio italiano.

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri