Numeri, fatti e curiosità della 18esima giornata di Serie A
di Matteo Dotto
L’Inter campione d’inverno, il Napoli che sbanca San Siro e aggancia il Milan, il gol annullato nel finale a Kessie che farà discutere magari anche nei cenoni della Vigilia. Il +4 dei nerazzurri su Milan e Napoli è un bel tesoretto per la banda Inzaghi. Gli 8 punti nelle ultime 7 giornate devono portare a una riflessione in casa rossonera, al di là delle polemiche arbitrali. Juventus e Roma che si portano (con la Fiorentina) a -6 dall’Atalanta danno un senso anche alla lotta Champions che verrà.
GIGANTI – Non ha segnato ma la Partitona (con la maiuscola) di Piotr Zielinski, per l’occasione capitano del Napoli al Meazza, è l’ennesima conferma che il 20 azzurro è un vero fuoriclasse. Lo si sapeva. Forse non tutti potevano immaginare che Spalletti non sentisse più di tanto l’assenza del Comandante Koulibaly: la coppia centrale difensiva Rrahmani-Juan Jesus si è espressa davvero alla grande. Non una novità per l’ex veronese che ha di fatto soffiato il posto a Manolas; di sicuro una piacevole sorpresa per l’ex di Inter e Roma che molti consideravano già un quasi ex sulla via del tramonto.
NANO – Brahim Diaz, maglia rossonera numero 10, minuti giocati ieri: 62. In sintesi: è stato in campo 62 minuti di troppo…
SCUSE – Finora non si sono viste le pubbliche (social) scuse di Dusan Vlahovic a Vincenzo Italiano per la reazione alla sua sostituzione. Su Instagram solo un post “Hungrier than ever”, “Più affamato che mai.” Certo il serbo – a segno per la sesta partita di fila e fresco dell’impresa di eguagliare il primato 2020 di Cristiano Ronaldo con 33 reti nell’anno solare 2021 - non ha reagito bene alla decisione del suo allenatore che, con la squadra in 10, nei minuti finali della sfida con il Sassuolo gli ha preferito Igor, un difensore, per proteggere di più Terracciano dagli assalti neroverdi. Ma in occasione di tale polemico cambio Vlahovic ha paradossalmente dimostrato la sua grande professionalità e l’enorme attaccamento alla maglia viola. Lui che - se non a gennaio di sicuro a luglio – è destinato a lasciare Firenze.
LUCCHETTO – Non stiamo qui a soffermarci sui record offensivi dell’Inter di Simone Inzaghi che con 48 reti in 18 partite ha per distacco il miglior attacco della Serie A (secondo, a quota 38, quello dell’Atalanta) e che ha tagliato il traguardo dei 103 gol nell’anno solare in campionato, record nella storia nerazzurra. Ci interessa di più analizzare le performances della terza linea. L’Inter di Antonio Conte, uno che passa per un genio della fase difensiva, lo scorso anno dopo 18 giornate aveva incassato 23 reti tenendo imbattuta la porta di Handanovic solo in 4 occasioni. L’Inter di Inzaghino ha al passivo finora soltanto 15 gol e la sua difesa può vantare 8 gare… a porta chiusa, per quello che - con un fastidioso inglesismo - adesso va di moda chiamare clean sheet.
PROGRESSIONE – Mercoledì a San Siro l’Inter chiuderà il girone d’andata ricevendo il Torino. E chissà se Juric (che da allenatore in casa nerazzurra ha sempre perso, 5 volte su 5: tre alla guida del Genoa e due del Verona) sarà preoccupato oltre che dalla forza della capolista anche dalla progressione dei risultati della squadra di Inzaghi. Che dopo aver battuto 3-2 il Napoli al Meazza e 2-0 il Venezia in Laguna ha effettuato nel mese di dicembre questa progressione: 2-0 alla Sampdoria, 3-0 all’Olimpico contro la Roma, 4-0 al Cagliari e 5-0 all’Arechi contro la Salernitana.
LEADER – Entrambi sono difensori centrali, entrambi sono reduci da un sabato da copertina. Stiamo parlando di Chris Smalling e di Matthijs De Ligt, classe ’89 il romanista e classe ’99 lo juventino, tra i migliori interpreti del ruolo nel mondo. L’inglese giallorosso a Bergamo ha giocato una partita pressochè perfetta: ha mandato in tilt Zapata e ha segnato il gol che ha chiuso la partita dimostrando quanto sia stata pesante la sua prolungata assenza per infortunio. Per certi aspetti Smalling sta alla Roma di oggi come Lucio all’Inter mourinhana del Triplete. L’olandese juventino a Bologna è stato provvidenziale con uno spettacolare salvataggio su tiro di Svanberg rendendosi protagonista di varie giocate d’anticipo e di uscite dalla difesa palla al piede da stropicciarsi gli occhi. Due leader, insomma. E le parole di Mino Raiola, agente dell’ex Ajax, che lascia intendere che per De Ligt il futuro sarà lontano da Torino stanno già mettendo in apprensione i tifosi della Juve…
ASSIST – Sembrava che il rapporto tra Luis Alberto e Maurizio Sarri non fosse proprio idilliaco. In meno di mezz’ora contro il Genoa (subentrato al 63esimo a Basic) il numero 10 ha confezionato su corner l’assist per il raddoppio di Acerbi e ha poi servito a Zaccagni con un delizioso tocco di esterno la palla del momentaneo 3-0. Sesta assistenza stagionale per lo spagnolo tornato Mago che in questo torneo aveva in precedenza imbeccato due volte Immobile e una Hysai e Milinkovic Savic. Nel campionato scorso Luis Alberto si era messo in proprio segnando 9 reti (seconda miglior performance della carriera) senza regalare lo straccio di un assist. Che però è sempre stata la specialità della casa, con il top raggiunto nel torneo 2019-20 quando il Mago era stato il miglior assist-man della Serie A con 15 passaggi-gol.
POBEGA – Corre, contrasta, imposta, tira e segna. Tommaso Pobega, il classe ’99 di nascita triestina e di scuola milanista, sta disputando un campionato da applausi in un Toro che da ieri ha traslocato nella parte sinistra della classifica. Il gol vincente segnato al Verona gli permette di toccare la doppia cifra in Serie A (6 reti lo scorso anno allo Spezia e 4 in questo torneo). E’ il secondo anno di Pobega nella massima serie: prima, per lui, la gavetta in C (Ternana, 3 gol in 32 presenze) e in B (Pordenone, 5 centri in 31 gare). Il cartellino è ancora di proprietà dei rossoneri che con lui e Tonali potrebbero allestire una coppia di centrocampisti centrali di qualità e prospettiva. Di sicuro il rendimento di Kessie, Bennacer e Bakayoko è stato finora inferiore a quello del biondino con la numero 4 granata sulle spalle. Che a novembre era stato convocato da Mancini in Nazionale senza però mettere piede in campo. E che nell’anno nuovo – si accettano scommesse – farà il suo debutto in azzurro.