Numeri, fatti, curiosità della 22esima giornata di Serie A
di Matteo Dotto
La sfida degli attacchi atomici nerazzurri finisce 0-0, le romane escono vincenti dal tunnel della crisi, la Juve guadagna due punti sul quarto posto Champions (Atalanta adesso a +1 con una partita però da recuperare) in una giornata che avrà un ricco epilogo oggi nel tardo pomeriggio con Bologna-Napoli e Milan-Spezia e in serata con Fiorentina-Genoa.
STOP – Prima partita a secco per l’Inter di Inzaghi dopo 20 incontri con 51 gol all’attivo. Curioso che i nerazzurri siano invece rimasti senza reti all’attivo in ben tre delle sei gare di Champions stagionali. Per trovare un’Inter a zero gol in campionato bisogna risalire a un anno esatto fa, ai tempi di Conte: un altro 0-0 esterno, in quell’occasione a Udine.
VENTOSA – Capitan Handanovic in versione… Capitan Ventosa: il portierone sloveno sfodera una prestazione “old style” e porta a termine la sua decima sfida imbattuto su 21 partite di campionato.
PERSONALITA’ – Veni, vidi, vici: Sergio Oliveira novello Giulio Cesare. Il centrocampista portoghese dispensa calcio di qualità e dimostra la personalità dei grandi andando sul dischetto e trasformando il rigore che decide Roma-Cagliari.
RINNOVO/1 – Seguito a ruota da De Ligt e Chiesa, Paulo Dybala è a nostro avviso l’unico vero campione della rosa juventina. Da quasi 48 ore sta facendo discutere la sua polemica esultanza nel dopo-gol all’Udinese. In due parole: ha sbagliato. Ma sbaglierebbe ancor di più la società bianconera se non provvedesse a blindare il suo numero 10. Reduce, è vero, da un paio di stagioni troppo altalenanti, tra discontinuità, metaforici mal di pancia e sfighe fisiche varie e assortite. Ma pur sempre un talento straordinario di 29 anni (da compiere) che per almeno un triennio può contribuire alle fortune della Juve. A patto, magari, che i geni della dirigenza mettano al fianco della Joya di Cordoba gente più di spessore rispetto ai vari Rabiot e Kulusevski…
RINNOVO/2 – Il divorzio a fine stagione tra Insigne e il Napoli ha i suoi buoni motivi su entrambi i fronti. La società tiene la barra dritta e i conti in ordine, il capitano azzurro andrà a guadagnare una barca di soldi giocando in un campionato magari non competitivo come i top europei ma vivendo in una bella città e in una realtà “da primo mondo” rispetto a possibili destinazioni magari anche più gratificanti sotto l’aspetto economico ma certamente più difficili da giustificare alla voce “scelta di vita”. A questo punto però sarebbe un peccato mortale che la Aurelio De Laurentiis decidesse di non rinnovare il contratto a Dries Mertens. Che a 35 anni merita di chiudere in bellezza la sua carriera vestendo la maglia che indossa da 9 stagioni. Non solo per i meriti pregressi (i suoi 143 gol tra campionato e coppe, record assoluto nella storia del club) ma per la sua estrema professionalità e per un’attualità che lo vede ancora in piena efficienza: a metà stagione ha segnato praticamente quanto in tutto il 2020-21 (8 reti contro 10).
TRIS – La tripletta di Antonin Barak scomoda per il centrocampista ceco due paragoni pesanti. Il primo lo accosta – per la prima squadra di appartenenza, il ruolo e la classe di nascita 1994 – a Rodrigo De Paul, il gioiello argentino che l’Udinese ha ceduto la scorsa estate all’Atletico Madrid. Barak dall’Udinese era stato “scaricato” invece nel gennaio di due anni fa: dopo sei mesi a Lecce, il rilancio alla grande con addosso il gialloblù del Verona. I suoi tre gol al Sassuolo lo portano a quota 8 (lo stesso bottino, per dire, di Dzeko, Abraham e Ibrahimovic) consentendogli di battere il suo record precedente (7) che risaliva allo scorso campionato con il Verona e al primo torneo italiano (2017-18 con l’Udinese). Il secondo accostamento rimanda Barak al “cugino” slovacco Marek Hamsik, come lui centrocampista offensivo: l’ultimo calciatore proveniente dalla ex Cecoslovacchia a segnare una tripletta in Serie A in Bologna-Napoli 1-7 del 4 febbraio 2017.