Spunti, numeri e curiosità della 21esima giornata di Serie A
di Matteo Dotto© Getty Images
La bella vittoria del Napoli a Bergamo e lo scontato successo dell’Inter sull’Empoli testimoniano come ormai quella per lo scudetto sia una questione a due, tra le ultime vincitrici del campionato. Decisamente più affollata la lotta per il quarto posto Champions (salvo crollo dell’Atalanta) e soprattutto quella per non retrocedere che vede invischiate ben otto squadre nel giro di soli 4 punti, tra i 19 di Verona e Como e i 23 di Genoa e Torino.
CRISI – La Primeira Liga non sarà la Premier, ma i numeri di Taremi nel campionato portoghese erano comunque strepitosi: 82 reti in 5 campionati (uno con il piccolo Rio Ave e quattro con il grande Porto). Quelli in Serie A sono invece fin qui imbarazzanti: 15 presenze (perlopiù spezzoni) per un totale di 391 minuti e zero gol. Allargando il discorso alle coppe spuntano due reti: al Milan in Supercoppa e alla Stella Rossa su rigore (con il risultato già di 3-0…) in Champions per un totale di 24 gettoni e 1.101 minuti in campo. Non esattamente un successone.
INGRATO – Nessuno si sogna di togliere ad Antonio Conte i meriti del gran campionato del Napoli. Certo suonano un po’ stonate le parole del tecnico salentino. A sentire Conte, il Napoli a inizio stagione valeva più o meno quanto… un Empoli o un Venezia. Vero che l’annata scorsa era stata disastrosa per il club del presidente De Laurentiis. Altrettanto vero che Conte per tutto il girone d’andata ha avuto a disposizione ben 8 degli 11 titolari dello scudetto spallettiano “vecchio” meno di due anni: Meret, Di Lorenzo, Rrahmani, Olivera, Anguissa, Lobotka, Kvara e Politano. Più panchinari di lusso come Juan Jesus, Raspadori e Simeone. Al netto dell’infortunio, il Kim dello scudetto è stato degnamente sostituito da Buongiorno (vuoto clamorosamente sottovalutato lo scorso anno); McTominay non sta facendo rimpiangere Zielinski; Lukaku è certo più “contiano” di Osimhen. Conte del resto, si sa, è un maestro di tattica nonché un degno rappresentante del napoletanissimo “chiagni e fotti”.
NUMERI – Con Ranieri la Roma sta continuando la sua risalita in campionato. Venerdì sera contro il Genoa era arrivata la quarta vittoria consecutiva in casa ma il dato più clamoroso, per un allenatore spesso considerato (a torto) un difensivista, è quello relativo ai gol realizzati. In questa stagione 2024-25, tra campionato e coppe, la Roma con De Rossi in panchina aveva segnato 2 gol in 4 partite (media 0,50). Con Juric le reti erano state 15 in 12 incontri (media 1,25). Sotto la guida di Ranieri i gol sono stati finora ben 26 in 12 gare (media 2,17).
LINGUE – Stando alle indiscrezioni degli ultimi anni, Massimiliano Allegri dovrebbe essere ormai un discreto poliglotta. Inglese, spagnolo e francese: per allenare Chelsea, Real Madrid e Psg il tecnico livornese avrebbe frequentato secondo la stampa “amica” corsi intensivi durante i suoi anni sabbatici. Invece se davvero – come sembra – per la prima volta Allegri andrà a lavorare lontano dall’Italia lo farà… in Arabia. Intendiamoci: l’offerta dell’Al Ahli (contratto biennale a 20 milioni a stagione) è di quelle da non rifiutare. E pazienza se le sirene saudite lo terranno ai margini del grande calcio.