Fatti, numeri, curiosità della 16esima giornata di Serie A
di Matteo Dotto
A meno tre turni dal verdetto, la volatona per lo scudetto d’inverno è entusiasmante con 4 squadre in 4 punti. Dai 38 del Milan capolista ai 34 dell’Atalanta con in mezzo Inter a 37 e Napoli a 36. Insomma, ci sarà da divertirsi... Con una data da segnare sul calendario: 19 dicembre, 18esima giornata, Milan-Napoli a San Siro.
SPECIALITA’ - Nel giro di due giorni due reti direttamente su calcio d’angolo, il gol “olimpico” come si chiama in Sudamerica la specialità (un tempo di Massimo Palanca, bomber del Catanzaro fine anni Settanta). Calhanoglu ha aperto le marcature a Roma spianando la strada al successo dell’Inter sui giallorossi, Cuadrado ha fatto altrettanto nel successo della Juve contro il Genoa. Due prodezze con la complicità (totale) del portiere romanista Rui Patricio e (parziale) di quello genoano Sirigu.
ZERO - Povero Shevchenko: per un formidabile attaccante come lui la frustrazione deve essere grande. Il Genoa, nelle 4 partite da lui dirette, non è ancora riuscito a segnare un gol...
SETTEBRUTTO - Sette sconfitte in 16 partite, con un parziale di 6 punti conquistati nelle ultime 6 partite (con 18 punti disponibili). Una Roma così perdente non si vedeva da quasi 50 anni: nel 1973-74, con in panchina Manlio Scopigno sostituito dopo sei giornate da Nils Liedholm. Allora la Roma aveva perso contro Torino, Milan in casa, Genoa, Foggia, Napoli in casa, Lazio, Inter e Juventus. In questo torneo le sette cadute giallorosse sono state contro Verona, Lazio, Juve, Milan in casa, Venezia, Bologna e Inter in casa. In comune, le sconfitte contro Lazio e Juventus, contro il Milan (entrambe all’Olimpico) e Inter (adesso in casa e allora a San Siro. Alla fine di quel torneo 1973-74 Roma solo ottava con 29 punti conquistati nelle 30 giornate in tempi in cui la vittoria valeva 2.
PECCA - Nel trionfo dell’Atalanta al Maradona, la squadra di Gasperini ha mostrato un’unica grande pecca: quella maglia rosa francamente inguardabile... Perché non giocare con la divisa titolare oppure con la più sobria seconda maglia, quella bianca con inserti nerazzurri?
META’ - La crisi del Napoli è fotografata spezzando in due il suo campionato: dei 36 punti fin qui conquistati, gli azzurri ne hanno ottenuti ben 24 nelle prime 8 giornate grazie al suo filotto di vittorie e solo 12 negli ultimi 8 turni. A parte il fattore infortuni (Koulibaly, Anguissa, Fabian Ruiz, Osimhen e Insigne i magnifici 5 assenti sabato sera), preoccupa la recente tenuta difensiva: con 12 gol incassati la retroguardia napoletana rimane la meno battuta della Serie A, anche se il trend parla di 5 reti subite nelle ultime due gare a fronte delle 7 incassate nelle prime 14 partite.
CONFRONTI - Lo scorso anno di questi tempi l’Inter di Antonio Conte aveva 36 punti (uno in meno di quella di Inzaghi) e si avviava alla bocciatura senza appello in Europa (con il deludente quarto posto nel girone, fuori dalla Champions e anche dalla Europa League). Non è dato ovviamente sapere se a fine campionato i nerazzurri faranno il bis dello scidetto festeggiando il 20esimo titolo della loro storia. Di sicuro, “questa” Inter diverte di più di “quella”. Pur senza Lukaku e senza Hakimi, mica due qualunque...
TRIS - Nella Fiorentina vittoriosa a Bologna giú il cappello ovviamente davanti al serbo Dusan Vlahovic, capocannoniere con 13 centri e con un 12 su 12 dal dischetto in carriera. Ma nota di merito, tra i viola, all’argentino Nico Gonzalez. Per lui un bel tris nel derby dell’Appennino: cross-assist per il gol di Maleh e i due falli guadagnati che hanno procurato i gol di Biraghi su punizione e di Vlahovic su rigore.
RISVEGLIO - Un sinistro e un destro per andare in doppia cifra e interrompere un digiuno che durava da più di tre mesi. Giacomo Raspadori, il più giovane dei 26 campioni d’Europa azzurri, non segnava dalla prima di campionato, Verona-Sassuolo 2-3 del 21 agosto scorso. Poi black-out, con sotto porta l’esplosione di Scamacca e la conferma di Berardi. Ora, finalmente, il risveglio con la doppietta che ha salvato la squadra di Dionisi dal ko al Picco.