Analisi, numeri e considerazioni su una domenica in cui il derby è stato tutto e solo nerazzurro
di Matteo Dotto© Getty Images
Premesso che l’unico anti-Napoli credibile è… il Napoli, la lotta per il secondo posto vede favoritissima l’Inter: per organico, per momento psicologico e per numeri (i 3 punti di vantaggio sulla Roma e il +5 su Lazio, Atalanta e Milan, distacco accorciabile questa sera solo dalla squadra di Sarri).
DALE CAMPEON – In Argentina è il coro che omaggia la squadra campione, è il coro che dà la carica a Lautaro Martinez, unico campione del mondo in carica sul prato di San Siro. Un gol buono (e bello), uno annullato per millimetri, due ottime parate di Tatarusanu su sue pericolose conclusioni, un colpo di testa fuori di poco, due ammonizioni procurate (Kalulu e Gabbia), tanto lavoro sporco e tanti palloni rubati a centrocampo. E poi qualche bell’esempio di fair play (con Theo Hernandez, Kalulu e Leao). Fascia al braccio, un voto che si avvicina tanto al suo numero di maglia (elementare: il 10). E a proposito di numeri: il gol numero 7 nel derby colloca il Toro di Bahia Blanca al secondo posto nella graduatoria dei marcatori stranieri in nerazzurro dietro a Istvan Nyers (con 11). In assoluto il superbomber del derby della Madonnina è Shevchenko con 14. Lautaro insomma è a metà dell’opera…
GOL & VITTORIA – Sempre a proposito dei 7 gol di LM nel derby: nelle 5 stracittadine in cui è andato a segno (due le doppiette) l’argentino ha sempre vinto. Un pokerissimo di notti magiche.
PROVINCIALE – D’accordo che il momento psicologico era terribile: dopo la vittoria a Salerno in questo 2023 per il Milan erano arrivati 2 pareggi e 4 sconfitte con 17 gol al passivo, una Supercoppa persa e l’eliminazione in Coppa Italia. D’accordo la voglia di ritrovare compattezza difensiva. Ma soprattutto nel primo tempo l’atteggiamento dei rossoneri sembrava quello (con tutto il rispetto) del Lanerossi Vicenza anni Settanta pre esplosione di Pablito Rossi. Quello di una provinciale che fa le barricate per limitare i danni. Nel post partita Pioli si è detto soddisfatto per aver ritrovato "solidità, attenzione e determinazione". I numeri della partita, a parte il (non) possesso palla, danno 0 alla voce tiri in porta del Milan. Cioè, tra i pali dell’Inter poteva tranquillamente esserci chi scrive o chi legge e le cose non sarebbero cambiate. Al minuto 74 e 25esimo secondo l’illusione del tiro dal limite di Brahim Diaz: Onana si tuffa e blocca ma i replay mostrano, impietosi, che quel pallone senza l’intervento del portiere sarebbe uscito dallo specchio della porta.
TOP & FLOP – Tatarusanu migliore in campo tra i rossoneri… E’ tutto dire. Dietro la lavagna un Giroud lento, bolso e irriconoscibile: grida vendetta quel mancato aggancio sul servizio-cioccolatino in area di Leao. Il Giroud dei tempi migliori avrebbe probabilmente segnato. Quello post Mondiale (un gol inutile al Sassuolo in 8 partite) deve dimostrare di meritarsi (a 36 anni suonati) un rinnovo di contratto forse oggi non del tutto scontato.
AMARCORD - Un derby così squilibrato non lo si ricordava da tempo immemore. Chi ha superato gli "anta" va con la memoria alla sfida di ritorno del 1987-88: un 2-0 con cui il Milan di Sacchi annichilì l'Inter di Trapattoni. Una superiorità imbarazzante suggellata dai gol di Gullit nel primo tempo e di Virdis nella ripresa. Un successo stracittadino che lanciò poi i rossoneri alla conquista dello scudetto (l'11esimo) in rimonta sul Napoli di Maradona.