Se sul pallone ribattuto da Strakosha fosse arrivato prima un difendente, si sarebbe ripetuto il calcio di rigore
Il Lecce torna a casa da Roma con una sconfitta per 4-2 sul campo della Lazio condita da tante polemiche, soprattutto dopo l'annullamento del gol del 2-2 di Lapadula che aveva segnato sulla ribattuta del calcio di rigore di Babacar parato da Strakosha. Le immagini del VAR mostrano come l'attaccante giallorosso fosse effettivamente entrato in area prima che il compagno tirasse il penalty ma accade lo stesso per due giocatori della Lazio: allora perché è stata punita la squadra ospite?
In caso di rigore non segnato, se un attaccante entra in area prima della battuta va dato un calcio di punizione indiretto. Se invece è un difendente ad entrare in area anticipatamente, va ripetuto il penalty. Ma allora perché la squadra arbitrale ha giudicato più grave l'infrazione di Lapadula rispetto a quella dei difensori biancocelesti? Di fatto sono state applicate le linee interpretative stabilite dall'AIA.
Siccome è stato Lapadula il primo a toccare il pallone, tocco decisivo perché diventa gol, è stato assegnato un calcio di punizione indiretto. Fosse stato un difensore il primo a toccare il pallone ribattuto, andava ripetuto il rigore (e sarebbe andata così anche se Babacar avesse segnato dal dischetto). In pratica, dato che l'esito del penalty (parato) è stato favorevole alla squadra difendente, si considera più grave l'infrazione commessa dal giocatore del Lecce.
"Risultato profondamento condizionato dalle scelte arbitrali, alcune interpretazioni del regolamento sono cervellotiche" il parere di Saverio Sticchi Damiani, presidente del Lecce. "La regola dice che se entrano in area i giocatori di entrambe le squadre, il rigore si ripete. Se la prassi dice una cosa opposta, va cambiata la regola. Si tratta di un errore clamoroso. I due rigori, sia il nostro, sia quello concesso alla Lazio, possono essere opinabili" le parole del numero uno giallorosso.