Il tecnico del Lecce: "Nel 2009 era fatta con i bianconeri"
Il "Maestro" Marco Giampaolo è tornato e dopo un paio di stagioni ai margini dopo l'esperienza al Milan è chiamato a cercare di conquistare la salvezza con il Lecce, chiamato per sostituire Luca Gotti. Nelle prime sette partite ha raccolto otto punti togliendosi anche la soddisfazione di fermare la Juventus sul pareggio.
IL RAMMARICO CHIAMATO JUVENTUS
Proprio i bianconeri sono una pagina importante, ma solo sfiorata, della sua carriera vissuta con un po' di rammarico ancora oggi: "Nel 2009 dovevo andare alla Juve, è risaputo, ma ero giovane e non ero stato un grande calciatore - ha ricordato il tecnico a Radio TV Serie A con RDS -, ero semi sconosciuto e poter avere quella occasione era qualcosa di impensabile. La delusione fu tanta, ma ho cercato di dimenticare. Per alcuni le vicissitudini negative che ho affrontato erano figlie di quella delusione, ma non è così".
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L'ESPERIENZA AL MILAN
Dopo diverse esperienze tra Serie A e Serie B e un ottimo lavoro con la Sampdoria, la grande occasione per Marco Giampaolo è arrivata nel 2018 quando a chiamarlo furono Paolo Maldini e Zvonimir Boban per guidare il nuovo Milan: "Fu una grande occasione - ha ammesso il "Maestro" -, ma per tanti aspetti l'esito non è stato positivo. Ho sempre detto a Calhanoglu che era forte, anche quando aveva meno autostima. Non era ancora pronto e preferiva giocare più offensivo. Quello che mi porto dentro è la disponibilità dei giocatori, la mia soddisfazione più grande".
IL FUTURO DI GIAMPAOLO
La dimensione per il tecnico abruzzese è di nuovo cambiata, ne è sicuro lo stesso Giampaolo: "Nella mia carriera ho fatto quello che ho fatto, ho sfiorato una grande squadra e nell'altra mi hanno mandato via. Penso che non avrò più l'opportunità di allenare una big, quindi farò questo mestiere fino a quando ne avrò. Dopo mi dedicherò ai ragazzi di casa mia".
IL PRESENTE AL LECCE
Se il futuro lontano è delineato, il presente si chiama Lecce e con una salvezza da raggiungere. Giampaolo è stato chiamato da Corvino per dare una identità e un gioco preciso ai salentini: "Sono stato due anni a casa e non mi sono annoiato - ha raccontato il tecnico -. Nel primo anno ho fatto altro senza pensare al calcio, poi non ho fatto altro che aspettare una chiamata che per rimettermi in gioco. Mi sono preparato, studiavo, mi aggiornavo per farmi trovare pronto. L'obiettivo è salvarsi il prima possibile, ma il campionato è durissimo e la lotta è bella tosta".
IL TERMINE "MAESTRO"
Marco Giampaolo negli anni di carriera è stato accompagnato dal termine "Maestro", un aggettivo che talvolta è risultato anche pesante da portare appresso: "Dipende dall'accezione che si dà al termine, se in senso di rispetto e se ti prendono in giro. Non mi sento un maestro, al massimo organizzo le squadre allargando il mio lavoro a tutta la rosa e non solo agli undici in campo. Non mi ci sono mai riconosciuto in questo termine