"È falsa la notizia che smentisce il dossieraggio e il complotto ai danni del presidente Gravina, con la motivazione che l'indagine a suo carico sarebbe stata attivata dalla trasmissione degli atti alla procura di Roma da parte del Procuratore nazionale antimafia. L'inchiesta della procura di Perugia ha infatti accertato che il dossieraggio a danno del presidente ebbe luogo e fu falsamente giustificato da una inesistente richiesta della procura di Salerno alla Procura nazionale Antimafia". Lo dicono gli avvocati Leo Mercurio e Fabio Viglione, avvocati difensori di Gabriele Gravina, presidente della Federcalcio. I legali hanno aggiunto: "In relazione all'inchiesta che vede coinvolto il presidente della Figc, Gabriele Gravina, siamo costretti a intervenire denunciando la campagna di mistificazione, ad orologeria, condotta da alcuni media con ricostruzioni e illazioni prive di fondamento e, in alcuni casi, apertamente false" e poi aggiungono: "L'inchiesta della procura di Perugia ha infatti accertato che il dossieraggio a danno del presidente ebbe luogo e fu falsamente giustificato da una inesistente richiesta della procura di Salerno alla Procura nazionale Antimafia. L'intera rappresentazione della vicenda si fonda su accuse e illazioni già smentite dall'inchiesta, tant'è vero che il gip del tribunale di Roma rigettando la richiesta di sequestro preventivo avanzata dalla procura, ha sostenuto l'inesistenza del reato e l'inattendibilità del teste Emanuele Floridi". "La riproposizione acritica delle sue accuse - concludono gli avvocati difensori, Leo Mercurio e Fabio Viglione - smentite allo stato dagli accertamenti compiuti dal giudice, configura un'azione diffamatoria nei confronti della quale ci riserviamo ogni azione a tutela della reputazione del nostro assistito".