L'avvocato Angelo Cascella: "Mi sembra che i club vogliano mettere i giocatori con le spalle al muro"
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Da una parte i club, dall'altra i giocatori. In mezzo l'emergenza coronavirus, lo stop al campionato e la spinosa questione del taglio degli ingaggi. In Italia la Lega di Serie A ha proposto di ridurre di un terzo gli stipendi dei calciatori, nel caso in cui la stagione venga annullata, o di un sesto, nel caso in cui invece il torneo si concluda. Soluzione contro cui si è subito schierata l'Assocalciatori. E che non convince nemmeno l'avvocato esperto di diritto sportivo Angelo Cascella. "La proposta della Lega di Serie A di tagliare gli stipendi dei giocatori per contenere il danno economico causato dal coronavirus è in questo momento prematura, dal momento che non è ancora possibile stabilire quale sarà il danno esatto", ha spiegato il legale in un'intervista a EFE.
Una presa di posizione chiara, che Cascella motiva meglio entrando nel merito. "Non si sa se, come e quando sarà possibile giocare di nuovo - ha precisato il legale -. In questo momento non possiamo sapere se un club subirà danni finanziari e da quale entità. In particolare, non sappiamo in quale modalità verrà giocato di nuovo il campionato".
Secondo Cascella, inoltre, la proposta di ridurre gli stipendi dei giocatori approvata dai club di Serie A è dovuta soprattutto al fatto che molti di loro hanno seri problemi a chiudere positivamente i bilanci. "I veri problemi dei club sono spesso dovuti al fatto che, nonostante il miglioramento del loro fatturato, hanno sempre più perdite - ha spiegato -. Il che significa che spendono sempre più di quanto guadagnano". "Se ci fosse più attenzione nei bilanci, non ci sarebbero questi problemi - ha aggiunto -. E' chiaro che tutti, club e giocatori, devono fare sacrifici. Ma mi sembra che i club vogliano mettere i giocatori con le spalle al muro".
"La gente vede i giocatori come dei privilegiati, dei ricchi che devono accettare di tagliare il loro stipendio in un momento come questo - ha continuato l'esperto di diritto sportivo -. Ma in Serie C il 70% dei calciatori guadagnano meno di 50mila euro l'anno lordi e lo stipendio minimo è di 16mia euro all'anno". Numeri che fanno riflettere e che per Cascella dovrebbero portare a un "accordo di buonsenso tra le parti per preservare il futuro del sistema".
Soluzione che per Cascella potrebbe essere rappresentata da una temporanea sospensione del pagamento degli stipendi dei calciatori di Serie A, che percepiscono ingaggi più alti, in attesa di quantificare accuratamente il danno economico subito dal calcio nazionale. "Non vi è alcun obbligo che imponga ai giocatori di ridurre lo stipendio - ha spiegato il legale -. Viviamo in una situazione unica e il pericolo è che il sistema esploda". "Ovviamente, il desiderio è che le competizioni vengano riprese al più presto e con condizioni che consentano il completamento delle leghe - ha concluso -. Il danno sarà limitato se la competizione riprenderà".