Luca Lucci e il maxi-traffico di droga: "Ho solo la guerra nel cervello"

Il capo ultrà milanista Luca Lucci, già arrestato nell'inchiesta milanese sulle curve di San Siro, ieri ha ricevuto un'altra ordinanza di custodia cautelare in carcere nell'ambito di un'indagine della Guardia di Finanza di Pavia, coordinata dalla Dda di Milano, sul traffico di droga. E proprio da questa indagine emergono i piani di Lucci che, in una chat criptata e poi "bucata" dagli investigatori, scriveva "Nel cervello ho solo la guerra", messaggio al quale il compagno di tifo rossonero Rosario Calabria, anche lui arrestato, legato ai Papalia, famiglia di ’ndrangheta tra Corsico e Buccinasco, rispondeva: "Dobbiamo lavorare solo noi. Fra’, ma anche in piazza Prealpi, Comasina. E poi quattro ferri arrugginiti ci sono. Cominciamo a far danni".

Il Corriere della Sera, tramite il lavoro degli investigatori, ricostruisce l'organizzazione per lo spaccio, del quale Lucci sarebbe stato un esponente di spicco: "È il numero uno in Italia. Conosco quasi tutti i più grossi per il fumo, e nessuno ha i suoi ritmi" dicono di lui altri gruppi

Il blitz dell'Antimafia ha scoperchiato un giro di affari stimato in undici milioni di euro provenienti da cocaina, eroina e hashish arrivate da varie zone del mondo (per esempio l’hashish dal Marocco, la coca dall’Ecuador) e sbarcate in Italia con "12 camion, 6 con doppio fondo". Alcuni carichi sbarcavano al porto di Gioia Tauro, venivano fatti sparire dai container prima dei controlli e uscivano su camion dell’immondizia. E poi furgoncini per le consegne.

A Lucci vengono contestate undici cessioni che tra settembre 2020 e marzo 2021 gli hanno fruttato 2,7 milioni di euro: "Oggi scarico erba, 96 chili ma la piazzo tutta". Occultare i contanti era invece compito di Roberta Grassi, la 'contabile' della Cruva Sud, ora ai domiciliari: "Imbosca bene mi raccomando" le scriveva Lucci.