Il presidente del Coni: "Nel dibattito per la ripartenza c'è troppa conflittualità, tutti vengono danneggiati"
La ripartenza dello sport ai tempi della pandemia di Covid-19 è un tema caldo, ancora di più per quanto riguarda il calcio. La soluzione non è ancora stata trovata e non esiste una linea guida da seguire per tutti: "C'è troppa confusione e il dibattito è fortemente divisivo - ha commentato il presidente del Coni, Giovanni Malagò -. Così non si va da nessuna parte, si naviga a vista e con una conflittualità che danneggia tutte le parti".
Il numero uno del Coni, intervistato dal Corriere dello Sport, non ha lesinato critiche per la gestione della situazione di emergenza del calcio italiano: "Senza voler fare polemica, per carità, io avrei chiuso dentro una stanza la Federcalcio, la Lega di A, l’Assocalciatori, gli allenatori, le televisioni e gli organismi internazionali, Fifa e Uefa, e non li avrei fatti uscire finché non avessero prodotto un documento condiviso. La stessa cosa per B e Lega Pro. Tu cosa sei disposto a lasciare sul tavolo se la stagione non si conclude? E tu, televisione, il 5, il 10, il 15 per cento? Tu, federazione, sei pronta a partecipare a un fondo di solidarietà? E voi, calciatori, a quanta parte dello stipendio rinunciate? Fifa e Uefa, che fate, attingete alle vostre riserve? come contribuite?".
Tutto questo senza contare le televisioni che ogni anno spendono cifre altissime per i diritti tv, fondamentali per la sopravvivenza dei club in Serie A e non solo: "Non hanno nemmeno un pezzo di carta della Lega sulla base del quale sviluppare il tema dell’immediato? Spostiamo avanti di un anno la Melandri? Spalmiamo sulle prossime stagioni?" ha continuato Malagò, prima di concludere con fermezza.
"Si procede a vista con una conflittualità che danneggia qualsiasi progettualità. Gravina lo sento tutti i giorni, comprendo le difficoltà del momento e capisco che voglia portare a termine la stagione. Parla di luglio, agosto, settembre, ottobre, addirittura della prossima Serie A articolata in due gironi con i playoff e i playout. Quello che manca è un piano preciso, chiaro, praticabile e convincente. Si parla solo di tagli degli stipendi dei calciatori, ovvero si è partiti dalla fine o quasi, di accordi in alto mare, e adesso di un protocollo medico che dovrà passare al vaglio dell’ISS".
Quando sarà il momento, la ripresa avverrà in due fasi: "Spero che il governo autorizzi quanto prima il ritorno agli allenamenti - ha dichiarato Malagò -, mi auguravo si potesse partire già dopo Pasqua, ma hanno deciso per il 4 maggio. Ovviamente i parametri medici dovranno essere rispettati al massimo. Poi bisognerà pensare alle partite, ma non ci dovrà essere tutta questa confusione. Ci sono in ballo troppi interessi divergenti".