L'ex dt rossonero torna a parlare a teatro in occasione del PoretCast di Giacomo Poretti
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"Per dieci giorni abbiamo provato a portare Messi al Milan, ma poi abbiamo capito che era impossibile". A confessarlo è stato l'ex dt rossonero Paolo Maldini, ospite a teatro di Giacomo Poretti nel suo PoretCast. "Adesso ormai è tardi ma un calciatore come Messi è uno spettacolo per tutti, quando leggevo che poteva andare all’Inter ero amareggiato". "Chi vince lo scudetto tra Milan, Inter e Juve? Complimenti Giacomo, avete già vinto voi...".
"Futuro? Ogni tanto ci penso, In teoria sono in pensione, prendo la pensione dall’anno scorso... L'allenatore non lo farò mai. Vedevo mio papà che aveva sempre la valigia pronta. Poi magari incontri qualche presidente un po’ così… Non me la sentivo. Quando ho smesso sapevo cosa non volevo fare. Quando mi chiedono cosa mi manca rispondo l’ambiente dello spogliatoio e quel misto tra paura ed emozione prima della partita, il contatto e l’adrenalina della gente. Tra calciatore e dirigente c’è una differenza enorme. In una subisci il risultato e nell’altra determini. Io soffrivo tantissimo e mi agito. Ricky (Massara, ndr) invece soffriva ma in silenzio".
Su Leao: "Rafa è un grande talento, al di là che faccia calcio, modello o cantante, ha qualcosa di importante. Leao mi ha chiesto di far uscire il disco due giorni prima della partita, gli ho risposto che non era un problema ma avrebbe dovuto segnare due gol il sabato, non segnò ma fece assist. La cosa più bella di questi anni sono proprio i rapporti personali, lui è arrivato dal Lille, era un grande talento ma doveva ancora dimostrarlo. Il rapporto che si crea con loro è la cosa più bella che ti rimane, più dei trofei e delle partite vinte". Poi il brutto ricordo del Mondiale 2002 e di Byron Moreno: "Mia moglie parla spagnolo, quindi gli ho detto tutte le parolacce del mondo in quella lingua...".