Diego avrebbe valorizzato la tecnica e lo avrebbe fatto rimanere sport di squadra, del popolo, di tutti
di Enzo Palladini© Getty Images
Se non ci avesse pensato qualcuno qualche decennio prima, Maradona avrebbe inventato il calcio. L’avrebbe fatto proprio così com’è, almeno nella sua parte estetica, concepito in modo da far godere la gente per quello che significa. L’avrebbe inventato e poi probabilmente si sarebbe dimenticato di brevettarlo, finendo per regalarlo distrattamente a qualcuno che poi se ne sarebbe impossessato traendone profitti miliardari. Sarebbe andata proprio così, perché questo era Diego. Per sé stesso teneva il peggio, i vizi e quella irrefrenabile mania autodistruttiva che l’hanno portato via un anno fa, che hanno popolato di demoni tre quarti della sua vita, che l’hanno fatto morire solo e lontano da tutto quello che amava. A sé stesso faceva del male, operazione che non gli sarebbe mai riuscita sulla pelle degli altri, perché non poteva vedere un ragazzino con le scarpe bucate senza sentire l’insostenibile spinta a comprargliene un paio, oppure due, oppure dieci se serviva.
Il calcio che avrebbe inventato Maradona sarebbe stato come quello che ha giocato lui e non come quello che si gioca oggi. Avrebbe valorizzato le doti tecniche dei fuoriclasse come lui, ma sarebbe sempre rimasto uno sport di squadra. Anzi, uno sport di gruppo. Uno sport di popolo. Uno sport di tutti, in cui tutti potevano giocare anche se erano bassi così e brutti così e poveri così, almeno nel momento in cui tutto ha inizio. Uno sport da giocare in undici anzi in ventidue, non uno sport individuale in cui le squadre vengono formate dalla casualità e dal potere economico.
Il fair play finanziario, anche quello sarebbe stato compreso nel calcio inventato da Maradona, senza farne una regola e senza sottoporlo a parametri cartabollati. Il suo fair play finanziario sarebbe costruito sulla capacità di andare a scovare nelle periferie quelli come lui, lontani dalle griffe e ghiotti di pane duro, capaci di amare quel pallone con tutte le loro forze, fino a farlo diventare uno strumento di rivendicazione, di rivincita, di autodeterminazione.
Se non ci avesse pensato qualcuno qualche decennio prima, Maradona avrebbe inventato il calcio. L’avrebbe inventato bello, più bello di quello che è diventato, più popolare di quanto non sia mai stato, più entusiasmante di quanto un’anima normale se lo possa immaginare. Poi si sarebbe dimenticato di incoronarsi re, e avrebbe lasciato anche quella gioia a qualcun altro.