Il centrocampista dei partenopei ha raccontato la propria esperienza in maglia azzurra
Lo Scudetto non è semplicemente un obiettivo, è il traguardo principale per Scott McTominay che sin da bambino sogna di vincere un campionato. Per lui che arriva dalla Scozia, inizialmente il mirino era rivolto verso la Premier League, ma ora che è sbarcato al Napoli non c'è occasione migliore che vincere la Serie A con la maglia azzurra.
Nonostante la concorrenza dell'Inter, McTominay ci crede e sa che può alzare il trofeo sotto la guida di Antonio Conte che sembra averlo messo al centro del progetto dopo la lunga esperienza con il Manchester United: "Certo che ci credo. Pienamente. Dobbiamo pensare che possiamo vincere ogni partita, dobbiamo continuare a crederci per ottenere la migliore posizione possibile. Abbiamo lavorato duramente per essere dove ci troviamo ora. E credo che qualcosa di spettacolare possa ancora succedere - ha sottolineato McTominay in un'intervista a La Gazzetta dello Sport -. Non dobbiamo farci prendere dal panico, ora dobbiamo realizzare dove siamo e cosa stiamo facendo, e cercare di trarre il massimo dalla posizione in cui siamo, andare avanti e vedere dove ci porterà il nostro cammino. Non dobbiamo avere rimpianti, ma camminare sempre a testa alta: stiamo lavorando duramente e possiamo finire veramente bene".
La scelta del Napoli non è stata scontata dopo aver vestito a lungo la casacca del Manchester United, eppure in Campania McTominay ha trovato una piccola colonia scozzese con Billy Gilmour, ma soprattutto ha incontrato un'accoglienza senza precedenti che ha lasciato a bocca aperta anche la madre. Un amore che è proseguito nel tempo e che si è propagato mettendo anche in difficoltà il centrocampista, costretto a volte a far i conti con la passione dei supporters.
"Ne avevo sentito parlare durante gli Europei e c'è stata un'immediata attrazione. Quando è arrivata questa occasione, l'ho presa seriamente in considerazione. All'istante. Non mi era mai capitato prima. Volevo essere sicuro che fosse la decisione giusta in quel periodo e per il futuro, così mi sono informato bene sul progetto, sulla squadra e sull'allenatore. E il ds Giovanni Manna ha avuto una grande influenza su di me, aiutandomi. È venuto a casa mia a Manchester, abbiamo avuto una conversazione molto piacevole: mi ha spiegato la cultura, la storia del club, della maglia e di Napoli, del suo stadio meraviglioso - ha aggiunto McTominay -. La passione dei tifosi, il mito di Maradona, il cibo che è incredibile. E ovviamente l'opportunità di poter vincere trofei importanti che avrebbero fatto crescere la mia carriera. Qui sono molto contento e voglio continuare a fare del mio meglio in campo".
Dietro quei successi c'è lo zampino di Antonio Conte che, come al solito, sa tirar fuori il meglio dai propri giocatori: "Gli allenamenti sono molto duri, anche mentalmente. Ma nel calcio e nella vita non raggiungi nulla senza lavorare duramente, io provengo da una famiglia di lavoratori e per me il lavorare duro rappresenta la base dei miei valori. Non penso mai di non dare il mio massimo, voglio sempre essere al top. Ogni volta che vado in campo do tutto perché è così che sono stato educato. Ed è lo stesso modo in cui Conte conduce gli allenamenti o si approccia alle partite, e io lo condivido. A volte è complicato, ma devi mostrarti mentalmente in grado di gestire certi momenti. Lui tira fuori il meglio da tutti, non si vincono quattro campionati per caso. C'è una ragione dietro ai suoi successi, ha lavorato nel tempo molto bene anche come coach. Io voglio essere parte della sua storia e di quella del Napoli e spero di poter dimostrare la nostra forza anche nei prossimi anni".
Se gli allenamenti di Conte sono uno stimolo, il maggiore arriva dagli avversari con un uomo a sorpresa che colui che l'ha colpito maggiormente: "In Serie A dico Leao. È un grande giocatore, molto dinamico, veloce. Può cambiare una partita in ogni istante con un'azione. La A è davvero un ottimo campionato - conclude McTominay -. Ci sono tanti campioni come Lautaro, i fratelli Thuram, Reijnders: il livello è altissimo, sono rimasto impressionato. Poi in carriera ho giocato anche contro Messi e Ronaldo, che sono fenomenali".