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INTERVISTA ESCLUSIVA

Milan, Florenzi: "Serie A ed Europa: Napoli battibile. Obiettivo entrare in Champions"

Il giocatore rossonero a SportMediaset: "Avevo pensato di smettere ma posso dare ancora tanto"

31 Mar 2023 - 14:10

Un lungo infortunio, alcuni brutti pensieri, la voglia di tornare protagonista con la convinzione di poter dare ancora tanto, al Milan e al calcio italiano. Così Alessandro Florenzi si confessa ai microfoni di SportMediaset, giocando per noi in anticipo le sfide con il Napoli che attendono i rossoneri nei prossi venti giorni, incominciando da quella di domenica in campionato. E poi ancora Ibrahimovic, Leao, Spalletti e Pioli, senza scordare la rivelazione di questo campionato, il georgiano partenopeo Kvaratskhelia. Una lunga intervista in cui l'esterno rossonero ha anche voluto spiegare perché e grazie a chi è oggi ancora un calciatore con grandi motivazioni e ambizioni.

L'INTERVISTA INTEGRALE AD ALESSANDRO FLORENZI

Quali sensazioni provi dopo essere finalmente tornato in campo? La tua condizione fisica?
"Sono felice di essere tornato, questa sosta per me è stata una manna dal cielo: ho potuto continuare a lavorare ma l’ho fatto in campo con i miei compagni. Sono cresciuto fisicamente e atleticamente e ora mi sento pronto per aiutare la squadra ancora di più".

E dal punto di vista psicologico? Sono stati mesi difficili, hai avuto brutti pensieri?
“Sì, c’è stato un piccolo momento in cui ho pensato di cercare altre strade durante questi mesi. Ma per fortuna la mia famiglia mi ha fatto pensare bene a quello che volevo e la verità è che quando ho visto di nuovo il pallone tutti quei pensieri sono andati via”.

Cosa può dare ancora Alessandro Florenzi al Milan e al calcio italiano?
“Posso dare tanto e mi sento di poter dare tanto ogni giorno qui. Sono pronto ad aiutare tutti, in primis devo stare bene io perché poi se sto bene posso dare tanto. La motivazione che mi ha spinto a recuperare in questi mesi è tanta. Dispiace sempre vedere i compagni soffrire da fuori e non poterli aiutare in pieno. Soffri anche fuori ma non come quando sei dentro lo spogliatoio. Spero adesso di essere una carta importante per il Milan e sono qui per questo”.

Ora arriva la prima di tre sfide delicate contro il Napoli: che sensazioni hai?
“Non è la prima partita di tre gare contro il Napoli. Dobbiamo pensare a una gara alla volta. Sul fatto di essere svantaggiati e già sconfitti è una cosa che dicevano anche l’anno scorso e poi in molti si sono rimangiate le critiche e sono saliti sul carro. Si dicevano allora e si dicono ancora oggi tante cose, ma quello che dicono fuori non ci tocca molto. Il valore di queste voci è poco o nulla, sappiamo di aver scritto l'anno scorso una pagina importante per il Milan dopo tanto tempo. Siamo una squadra forte, poi ci sono annate che vanno bene e altre che vanno meno bene. E a volte trovi altre squadre che trovano il loro punto di svolta, come quest’anno il Napoli. In questo momento il nostro obiettivo deve essere arrivare nei primi quattro posti”.

Dopo questa di campionato, ci saranno allora altre due sfide in Champions con il Napoli: partite diverse?
“Saranno due partite molto toste contro una squadra forte ma io non penso che loro abbiano esultato così tanto quando hanno pescato il Milan, vista anche la storia che ha il Milan con la Champions. Saranno due belle sfide che porteranno una squadra italiana in semifinale dopo tanto tempo e questo è anche un bene per l’Italia. Di certo per me nessuna squadra è imbattibile”.

Ritroverai Spalletti come avversario...
“Sicuramente lo abbraccerò negli spogliatoi, poi saremo avversari ma resterà uno degli allenatori più influenti che ho avuto nella mia carriera”.

Spalletti che dopo l'esperienza al Psg poteva tornare a essere tuo allenatore...
"Abbiamo chiacchierato io e Spalletti, poi non c’è stato niente di concreto ma due battute le avevamo scambiate”.

Che giocatore è Kvaratskhelia? Ti ha impressionato?
 “È un giocatore molto bravo che sta facendo la differenza. Penso che si possa fermare più di squadra che singolarmente ma dobbiamo pensare a come fermare il collettivo del Napoli più che un solo giocatore”.

Percepisci anche tu una maggior propensione del Milan per la Champions? Il cosiddetto DNA europeo?
“Penso che molto lo faccia anche la pressione esterna. Io ho vissuto in grandi città e ho giocato due semifinali di Champions, con la Roma e con il PSG e anche lì sentivo le stesse cose. Molti pensano che giocare la Champions sia diverso rispetto al campionato ma semplicemente perché in Champions ti giochi tutto in due partite e in campionato te lo giochi in 38 partite. Ma non si affrontano in maniera diversa, l’approccio della squadra è lo stesso: per noi la gara contro il Napoli in campionato sarà importante come quelle di Champions”.

Parliamo di Leao. Pensi che la questione contratto gli stia mettendo pressione?
“Rafa è sempre molto tranquillo. Spero per lui e per noi che possa fare la differenza domenica. Anche lui sa quanto sia importante per il nostro gioco, non dico che siamo aggrappati a lui perché nessun singolo può valere una squadra, quindi insieme a lui dobbiamo cercare di ritrovarci anche noi per fare una bella partita”.

Ibrahimovic ancora infortunato: eppure non pensa a mollare
“Lui è bionico. Quello che gli ho visto fare a lui l’anno scorso non l’ho mai visto fare a nessuno. Anche da fuori, solo la sua presenza ti dà una spinta, ti aiuta. Cerca sempre di tirare fuori il meglio da noi e anche da se stesso”.

Penultima domanda. Spalletti e Pioli: simili o no?
“Caratterialmente sono diversi, ma quando si arrabbiano sono abbastanza simili e si fanno sentire. Forse Spalletti è più fumantino. Sul campo hanno due stili di gioco differenti”.

Infine una domanda sulla tua posizione in campo: ti rivedremo esterno alto?
"Perché no, sono aperto a tutto. Non c’è nessun problema, posso giocare in ogni posizione, anche come attaccante”.

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