Con tanti assenti da una parte e dall'altra, nel posticipo di domenica sera saranno le scelte mirate dei due allenatori a poter fare la differenza
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Fuori il portiere titolare e quello di riserva, uno dei giocatori più decisivi degli ultimi anni (Theo), il regista titolare (Bennacer), molto probabilmente il suo sostituto (Krunic), e una mezzala che stava dando linfa al gioco offensivo (Loftus-Cheek). Ma se Pioli piange, Allegri non ride: difesa da intentare (con solo tre centrali disponibili), centrocampo senza Fagioli e Pogba e attacco senza Chiesa.
E' in questi casi che l'allenatore conta di più. Inventare, creare, spostare, adattare nell'emergenza sono le qualità che rendono speciale una guida tecnica. Pioli riparte da certezze ormai acquisite: il sistema di gioco, un tridente che può spostare gli equilibri e un gioco con precise caratteristiche, che può supportare il collettivo a prescindere dalle assenze, anche se pesanti in molti casi.
Dalla Juve di questa stagione non sai mai cosa aspettarti. Con Udinese e Lazio è sembrato di intravedere situazioni di gioco più adatte al calcio contemporaneo, flash abbaglianti subito spenti da prestazioni più in linea con il gioco bianconero dei primi due anni dal ritorno di Max. Si è parlato della possibilità che la Juventus di San Siro possa rivedere l'assetto tattico. Con solo tre centrali disponibili non ci sarebbero soluzioni alternative a gara in corso in casi di emergenza. Ecco perché si era ipotizzata l'idea che la difesa potesse schierarsi a quattro con Cambiaso o Weah esterni bassi. Ipotesi complicata perché difficilmente la Juve potrà rinunciare a un centrocampo folto (a cinque) con i due esterni chiamati a mettersi in linea con i centrali, permettendo a questi di "uscire" sui mezzi spazi ad assorbire i tagli di Pulisic e Leao o a braccare gli intermedi rossoneri. Un centrocampo a cinque, poi, consentirebbe di non andare in inferiorità numerica quando Calabria si sposta in mezzo. Le due punte dovranno cercare di chiudere sui centrali rossoneri, schermando il passaggio al regista.
Pioli ha saputo stupire più di tutti, nel corso della sua esperienza rossonera, variando sistemi e giocate. Contro la Juve sarà costretto a rivedere certe situazioni. Mancando Maignan mancherà la possibilità di appoggiarsi troppo sul portiere. Senza Theo sarà più complesso vedere gli automatismi mandati a memoria con Leao, anche se Florenzi, che nasce centrocampista, non troverà difficoltà nel caso gli fosse richiesto di accentrarsi partendo da sinistra. Il problema del Milan sarà cercare di superare il blocco basso e compatto bianconero. Ecco perché il pressing ultraoffensivo diventerà una possibile chiave del match, con la Juve che proverà a uscirne cercando direttamente Milik. In ogni caso una sfida a scacchi sicuramente affascinante.