L'ex Pallone d'Oro: "Con quella rete ho realizzato un sogno, solo vincendo la Champions League potevo entrare nella storia del club"
Al rientro dalla sosta per le nazionali la Serie A apparecchierà San Siro con Milan-Juventus e uno dei protagonisti storici della sfida è sicuramente Andriy Shevchenko. Con il suo rigore divenuto iconico i rossoneri alzarono la Champions League nel 2003 nel cielo di Manchester: "Quello è stato il gol più importante della mia carriera - ha commentato a distanza di 20 anni l'ucraino -, si è avverato il sogno di vincere quel trofeo ed entrare nella storia del Milan. E' un club speciale e per il Milan è sempre un grande Milan".
Shevchenko è uno di quei campioni rispettati anche dai tifosi avversari oltre che osannato dai propri: "Penso di essere una persona umile e per questo sono stato rispettato anche dagli avversari. Fuori dal campo sono una persona normale seguendo l'educazione dei miei genitori di rendermi sempre disponibile. So che tanti avversari hanno parlato bene di me".
Proprio sugli avversari l'ex Pallone d'Oro si è soffermato: "Di Totti invidio la lealtà nei confronti della Roma. A Bobo Vieri voglio bene, Batistuta è stato potente ed elegante mentre Del Piero era un genio che dava sempre grande qualità". Sui derby con l'Inter: "Uno che me ne ha date tante è stato Cordoba, che però è dolcissimo, ma in campo mi picchiava e poi si scusava".
Per quanto riguarda i gol più difficili Shevchenko ne ricorda uno in casa della Roma nel 2003/04: "Uno dei più complicati, su lancio di Seedorf e con campo bagnato. Decisi in un secondo di anticipare il tiro col sinistro e feci gol. Il gesto tecnico fu veramente difficile".