Da Fonseca a Conceiçao a Leao, stagione rossonera Made in Portugal flop. Idea Lippi-Pezzotti-Nicolini task force per salvare la Sampdoria
© italyphotopress
Il duello a distanza per lo scudetto vede l’Inter mantenere il +3 sul Napoli in una giornata che ha però visto soffrire tremendamente nei minuti finali sia i nerazzurri contro l’Udinese che i partenopei contro il Milan. Un Milan in caduta libera, al nono posto e ormai quasi senza speranze di agganciare un posto nelle coppe (salvo ovviamente la possibilità di entrare in Europa League conquistando la Coppa Italia). Da quando nell’estate 1983 i rossoneri sono tornati in Serie A soltanto tre volte hanno fatto peggio: 11° posto nella stagione 1996-97 (con Tabarez sostituito in corsa da Sacchi), 10° posto nel 1997-98 (anno del Capello-bis) e nel 2014-15 (con l’esordiente Pippo Inzaghi in panchina).
MALEDIZIONE – Nell’immaginario dei tifosi c’era una volta il Milan “olandese” dei Gullit, Van Basten e Rijkaard e poi quello “brasiliano” dei Dida, Cafù, Serginho e Kakà. Tra gli anni ’90 e i primi del 2000 anche il Portogallo ha regalato ai rossoneri due straordinari campioni: lo sfortunatissimo Futre e Rui Costa. La stagione in corso, con la panchina affidata prima a Paulo Fonseca e poi a Sergio Conceiçao, con un impalpabile e inguardabile Joao Felix e con in campo il solito Leao dal talento abbagliante ma troppo intermittente, sarà ricordata invece come quella del flop Made in Portugal. E dire che i tifosi rossoneri – al di là dei campioni succitati – nutrivano anche una certa simpatia per il Paese lusitano, non foss’altro per il fatto che due delle 7 Coppe dei Campioni in bacheca sono state conquistate contro il Benfica (la prima nel 1963 a Wembley e la quarta nel 1990 a Vienna).
RECORD – Moise Kean vince la sfida a distanza con Mateo Retegui, il suo gol decide la sfida tra Fiorentina e Atalanta e mantiene la Viola in zona Europa. Per Kean è la rete numero 16 in campionato il che costituisce il miglior bottino personale dell’attaccante di origine ivoriana che in stagione (coppe comprese) è già a quota 21. Negli ultimi 60 anni solo quattro bomber italiani della Fiorentina hanno fatto meglio di lui, due campioni del mondo e un Pallone d’oro: Gilardino con 19 gol nel 2008-09, Toni 31 nel 2005-06, Enrico Chiesa 22 nel 2000-01 e Roby Baggio 17 nel 1989-90.
SETTEBELLO – Il gol di Dovbyk a Lecce regala alla Roma la settima vittoria consecutiva in questo campionato, primato personale eguagliato per Claudio Ranieri a conferma che anche a 70 e passa anni si possono battere record e togliersi soddisfazioni. Un Ranieri in versione “corto muso” allegriano visto che 5 di questi 7 successi sono arrivati con il risultato di 1-0. La miglior serie di vittorie consecutive nella storia della Roma rimane quella firmata da Rudi Garcia nel torneo 2013-14 aperto con 10 successi di fila che avevano fatto sognare addirittura lo scudetto.
GENOA & BOCA – Bella l’idea e bella la maglia sfoggiata sabato dal Genoa in casa della Juventus. L’omaggio al Boca Juniors ha fatto il giro del mondo e provocato emozione e consensi in Argentina. Peccato solo che da ormai cinque anni non ci sia un argentino nella rosa rossoblù: l’ultimo a giocare nel Genoa è stato infatti il difensore Cristian Romero (stagione 2019-20) che poi è passato dall’Atalanta prima di spiccare il volo per la Premier (Tottenham) e vincere da protagonista il Mondiale 2022 e due edizioni della Copa America. Un blackout inspiegabile per una squadra che ha avuto nelle sue fila campioni argentini come Diego Milito e Rodrigo Palacio (acquistato peraltro nell’estate del 2009 proprio dal Boca).
TASK FORCE – Lo 0-3 di sabato con il Frosinone costituisce una delle pagine più buie, forse il punto più basso nella storia della Sampdoria che nel 2026 festeggerà i suoi 80 anni. Di sicuro mai, negli scorsi 12 tornei disputati in B, la Samp è stata così vicina alla Serie C. Mancano 7 giornate per sventare la prima umiliante retrocessione in terza serie. Pirlo, Sottil, Semplici: i tre allenatori che si sono succeduti in questa disgraziatissima stagione hanno tutti fallito. Pirlo ha pagato l’eliminazione al primo turno dei playoff del campionato scorso, Sottil aveva illuso con un settembre fatto di 6 punti in 3 partite e soprattutto della clamorosa eliminazione ai rigori del Genoa in Coppa Italia, Semplici sta precipitando con la miseria dei soli 4 punti conquistati nelle ultime 6 giornate. A questo punto ci viene in mente una “triade” che potrebbe salvare il Doria: Marcello Lippi, Ciso Pezzotti ed Enrico Nicolini. Tre icone doriane di un passato glorioso. Lippi vive a Viareggio da pensionato di lusso ma non dimentica i suoi trascorsi blucerchiati da calciatore (10 anni) e da allenatore delle giovanili prima di prendere il volo e diventare campione d’Italia, d’Europa e del Mondo con la Juventus e di regalare il quarto Mondiale all’Italia. Alla soglia dei 77 anni magari non reggerebbe lo stress della panchina ma un ruolo di supervisore dello staff tecnico gli calzerebbe a pennello. Il suo storico vice (alla Juve e in azzurro) Narciso Pezzotti detto Ciso vive in Riviera, a Pieve Ligure, ha da poco superato gli ottanta (classe 1942) ma l’occhio lungo per capire chi “è giocatore” ce l’ha sempre e la sua esperienza sarebbe preziosissima. Il genovesissimo Nicolini, in gioventù soprannominato il “Netzer di Quezzi” per la lunga capigliatura bionda simile a quella del campione tedesco, è il più giovane della compagnia e pur di salvare la “sua” Samp sarebbe disponibile a guidarla dalla panchina, anche gratis probabilmente. E del resto neppure Lippi e Pezzotti (che alla Samp vinse scudetti e coppe come “secondo” di Boskov) accamperebbero pretese finanziarie proibitive. Insomma, la task force Lippi-Pezzotti-Nicolini per salvare la Sampdoria. Un’operazione nostalgia dall’alto contenuto sentimentale e dal basso costo economico.