Perché gettare fango sul giovane portiere rossonero? Lasciamolo crescere in pace
C'è l'innocenza di un bambino di 12 anni, tifoso sfegatato del Milan e con un sogno nel cassetto ancora chiuso. E' questo l'ingrediente più prezioso dei post "polemici" su Facebook di Gigi Donnarumma, per tutti è Gigio. Il viso di un ragazzo che è diventato già uomo prendendosi la porta dei rossoneri all'età di 16 anni. Un bambino prodigio destinato a fare una grande carriera.
Quattro partite lo hanno fatto conoscere al mondo, ma qualcuno, sicuramente invidioso, ha voluto gettare fango sul giovane Gigio andando a pescare sui social network i pensieri di quello che, nel 2012, era un normalissimo bambino. Poi capita che Libero decida di riportare il tutto sul giornale creando un caso che non esiste. Stampati in un articolo una barzelletta su Conte, una critica a Totti e una richiesta d'esonero per Allegri ai tempi del Milan: nessun insulto, qualche parolaccia ("merda") e niente più. Normali pensieri di ragazzi alle medie durante l'intervallo del lunedì mattina. Pensieri buttati lì e non censurabili perché il calcio è fatto anche di sfottò. E allora che motivo c'era di attaccare Donnarumma? Nessuno e questo è quello che fa più rabbia. I maligni ipotizzano un tentativo di destabilizzazione a una settimana dal suo primo big match contro la Juve. Meglio non creare altre tensioni in modo tale da far crescere in santa pace il giovane Gigio nel mondo dei grandi. Lì sulla linea di porta dove si è dimostrato più uomo di tutti.
È una delle poche certezze della vita. Non essere mai uguali a se stessi. Crescere significa sbagliare, rimediare, migliorare. Guardate Gigio e guardatelo bene: ma non le sue parate. Guardate il suo sorriso. Tenero, aperto, appena accennato: in quel sorriso c'è scritto che ha sbagliato ma che non perseverera'. Dietro una tastiera c'è sempre una ottava di goliardia in più. A qualsiasi età e soprattutto a quella in cui, 13-14 anni, Gigio canzonava questo e quello. Certo che ha sbagliato, ma a quell'età che altro si fa?