L'ex tecnico del Milan commenta l'allontanamento dell'ex capitano: "Chi pensa solo al business è destinato a fallire. Brasile? Sto bene a Madrid"
La separazione tra Paolo Maldini e il Milan e lo scarno comunicato che ne ha ufficializzato l'addio hanno scosso milioni di tifosi rossoneri in tutto il mondo e tra loro anche un tifoso speciale come Carlo Ancelotti, che sulla panchina del Diavolo ha vinto tutto: "Io a Madrid ho imparato che la storia di un club va rispettata sempre - ha dichiarato in un'intervista a Il Giornale - qui Di Stefano, Amancio, Gento, Puskas sono ancora valori esclusivi verso i quali si nutre riverenza. Per conservare la storia ai massimi livelli, va tutelata la memoria del passato, quello che è successo con Maldini dimostra una mancanza di cultura storica, di rispetto della tradizione milanista. Se è vero che con la storia non si vince è anche vero che la storia insegna a vincere"
Poi la bordata a Cardinale: "I club di football che pensano di fare business al di sopra dello spirito sportivo sono destinati a fallire. Il mecenatismo non ha più il significato di prima, ma l’affarismo è negativo".
Non solo Milan, Ancelotti ha parlato anche di futuro e della possibilità di diventare il nuovo ct del Brasile: "Sto bene a Madrid, ho un rapporto splendido con Florentino Perez, la vita qui è magica. Non smetto e poi è veramente difficile trovare qualcosa di migliore del Real".
Dopo il caso Vinicius Ancelotti ha parlato anche di razzismo: "Non posso accettare che lo stadio sia diventato l’ambiente più ostile di tutto e di tutti, non posso accettare questo clima di odio, per la pelle, per la religione, per l’etnia di un calciatore o di un allenatore. Nei quattro anni vissuti in Inghilterra non ho ricordi di insulti alla persona, fischi sì, cori anche, mai però un attacco personale, l’odio va combattuto, sarà un processo lungo".