Parla l'ex bandiera del Milan: "Dopo la vittoria scudetto a Como in 80mila ci aspettavano a San Siro: è indimenticabile"
“Ha cambiato tutto, anticipato il futuro". Bastano due frasi a Franco Baresi, bandiera del Milan tra la fine degli anni '80 e gli anni '90, per sintetizzare l'impatto del presidente Silvio Berlusconi sul calcio. In un'intervista a La Stampa, Baresi ricorda: "Due ore dopo l’1-1 di Como (la partita del primo scudetto di Berlusconi, ndr), 80mila tifosi ad aspettarci a S. Siro. Una festa che non dimenticherò mai. Era la dimostrazione che ce l’avevamo fatta".
E ancora: "Il presidente ha cambiato tutto, anticipato il futuro. Penso all'organizzazione della società, agli allenamenti, alla dieta, alla comunicazione. Se ricordo il 20 febbraio 1986? Speravamo che la cosa andasse in porto. Era un momento pericoloso, se non tragico, per il Milan, sull’orlo del fallimento con Farina. Berlusconi venne a Milanello, si mostrò subito un personaggio incredibile. Disse che voleva vedere il Milan vincere e divertire. Ripeteva di non accontentarsi mai. Per il sottoscritto ha sempre avuto un occhio di riguardo, forse perché avevo vissuto gli anni difficili. Se Berlusconi faceva l’allenatore anche ai miei tempi? Ma no... (ride, ndr). Ha sempre parlato con tutti, è un gran motivatore. E ha dimostrato di essere competente, sapeva trasmettere quello che desiderava di più: emozionare la gente. Capimmo presto che ci era riuscito: il 15 maggio 1988, primo scudetto. Due ore dopo l’1-1 di Como, 80 mila tifosi ad aspettarci a San Siro. Una festa che non dimenticherò mai. Era la dimostrazione che ce l’avevamo fatta. Più della vittoria, contava il modo. Il gioco”.
“Il momento più bello? La prima Coppa Campioni, trofeo atteso da 20 anni. Il Camp Nou rossonero, il 4-0 alla Steaua. Il rimpianto? Mi ha fatto male più la finale persa con il Marsiglia nel ’93 che quella con l’Ajax nel ’95”.
Baresi parla anche dei suoi compagni: "Il più forte che ho mai avuto? Van Basten. Straordinario, oggi starebbe tra Messi e Ronaldo. E Maldini: Paolo ha raccolto il mio testimone. L’arrivo di Sacchi? Eravamo curiosi, non era né famoso né conosciuto. Arrivava dalla B. L’intensità e l’attenzione da lui pretese ci portarono in cima al mondo. Se Capello ci faceva correre meno? Era solo una gestione diversa. Con un pizzico di libertà in più”.
Infine il Milan di oggi e il suo rapporto con Adriano Galliani: “Galliani è un manager incredibile dal feeling unico con Berlusconi, capace di tradurre in realtà ciò che gli veniva chiesto. Milan di nuovo vincente? Berlusconi ci tiene molto, ha detto di voler tornare in alto. Serve pazienza, anche altri grandi club, dallo stesso Barcellona alla Juve, hanno avuto periodi meno vincenti”.