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Braida: "Kakà dirigente? Sono sicuro che farà bene"

L'ex ds del Milan in esclusiva: "Orgoglioso di averlo portato in rossonero"

18 Dic 2017 - 18:15

Dieci anni fa vinceva il Pallone d'Oro, ora Kakà ha dato l'addio al calcio. Nella sua carriera c'è stata la figura fondamentale di Ariedo Braida che nell'agosto del 2003 lo portò al Milan. L'ex ds rossonero, ora al Barcellona, ha ricordato in esclusiva a Sportmediaset.it quei giorni di agosto: "Al San Paolo non era valorizzato, c'erano stati dei contrasti e noi lo abbiamo preso per una cifra assolutamente normale (7,5 milioni di euro)". Ora il brasiliano ha intenzione di percorrere la carriera da dirigente: "È intelligente e sono sicuro che farà bene". Benedizione migliore non poteva esserci.

"Merito di Braida se Kakà ha scelto il Milan", parola dell'agente di Kakà. Come è andato l'affare?
"Sono orgoglioso e contento di averlo portarlo al Milan. Ho un rapporto speciale con lui, con suo padre, con la mamma e il fratello Digao che ha giocato anche lui in Italia. Nel 2003 non era ancora apprezzato e valorizzato per la sua classe. Mi ricordo che aveva avuto qualche problema in Brasile e così non costato tantissimo".

Un grande colpo anche a livello economico
"Sette milioni e mezzo erano una cifra normalissima, ci abbiamo visto lungo e abbiamo avuto ragione. Kakà è anche il giocatore che il Milan ha venduto al prezzo più alto. Nel 2009 è stato ceduto al Real Madrid per 67,2 milioni di euro. A gennaio di quell'anno avevamo un accordo con il Manchester City per 105 milioni, ma lui preferì restare".

Un aneddoto particolare?
"A Cesena, era il 23 agosto 2003, amichevole contro il National Bucarest. Kakà debutta e gioca una grande secondo tempo. Carlo (Ancelotti, ndr) negli spogliatoi mi dice: "Domenica gioca titolare". Otto giorni dopo ci fu la partita di Ancona e Ricky giocò un'ottima partita dal primo minuto. Convinse l'allenatore in soli 45 minuti, le sue qualità erano sopra la media".

Un giocatore importantissimo per il Milan, è sul podio dei giocatori più forti?
"Ha fatto la storia, un giocatore grandissimo che è stato protagonista con le sue giocate e con i suoi gol. Il punto più alto è stato sicuramente a Manchester. Tutti ricordano il suo gol, ma non il risultato. Abbiamo perso quella partita, ma per fortuna abbiamo ribaltato il risultato nel ritorno e siamo volati ad Atene a vincere la Champions League".

Ora Kakà vuole intraprendere la carriera da dirigente, cosa le consiglia?
"È un ragazzo intelligente e molto sensibile. Conosce il calcio e ha girato il mondo, sono sicuro che ha appreso tante cose e farà molto bene come manager. È un ruolo che gli si addice, non lo vedo in panchina".


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