Il ragazzino, ancora 15enne, sarà convocato per la gara contro i viola: Pioli, cui è rimasto solo Jovic in attacco, non ha altra scelta. Ma...
Cosa può passare per la testa di un ragazzino di 15 anni appena alla prima convocazione in prima squadra? Lo scopriremo sabato quando, a meno di inversioni di rotta, il baby Francesco Camarda, ottenuta la deroga necessaria dalla Figc, entrerà per la prima volta a San Siro per sedersi in panchina con i compagni del Milan. Alternative? Zero. Perso Okafor per infortunio e con il solo Jovic disponibile al centro dell'attacco, Stefano Pioli non poteva fare altrimenti e non ha potuto fare altro che prendere atto della necessità di portarsi dietro il centravanti della Primavera. Camarda, appunto, già avanzato di un paio di categorie rispetto ai suoi pari età. Scelta obbligata? Probabilmente sì. Scelta corretta? Probabilmente no, ma anche questo lo scopriremo, come si dice, solo vivendo, perché tra le ipotesi possibili c'è pure quella che sia necessario spedirlo in campo facendo di lui il più giovane debuttante di sempre del nostro campionato a 15 anni, 8 mesi e 23 giorni (è nato il 10 marzo del 2008). Il primato appartiene attualmente a Wisdom Amey, spedito in campo da Sinisa Mihajlovic all'89' di Bologna-Genoa 0-2 del 12 maggio 2021 a 15 anni, 9 mesi e 1 giorno. Al secondo posto di questa speciale classifica, a parimerito (15 anni, 9 mesi e 5 giorni), ci sono Pietro Pellegri (Torino-Genoa 1-0 del 22 dicembre 2016) e Amedeo Amedei (Roma-Fiorentina 2-2 del 1 maggio 1937).
Camarda, che già un paio d'anni abbondanti si porta sulle spalle l'etichetta, pesante, del predestinato, potrebbe insomma fare i conti con il calcio vero dopo aver bruciato tutte le altre tappe nelle giovanili, aver segnato sempre con grande continuità - compresa la rete in rovesciata, poi emulata da Leao, in Youth League contro il Psg - e aver fatto qualche allenamento con la Prima squadra proprio sfruttando l'assenza dei "titolarissimi" durante le soste per le Nazionali. Se sia pronto per giocare non lo sa nessuno, nemmeno Stefano Pioli che lo ha visto in allenamento, o i compagni che si sono "confrontati" con lui, ma certamente la curiosità è molta per tutti. Anche se c'è il rischio che davvero il salto sia troppo impegnativo e che la sua, eventuale, prima uscita da "grande" sia al di là delle sue attuali possibilità.
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Ovviamente c'è anche l'altro lato della medaglia, scoprire al contrario magari di avere un attaccante pronto, da maneggiare con grande cautela, ma su cui poter fare affidamento in caso di necessità. Di nuovo le domande di prima: scelta obbligata? Probabilmente sì. Scelta corretta? Impossibile rispondere. C'è solo da sperare, per tutto il calcio italiano, che Camarda non sia uno dei tanti predestinati del nostro calcio che, per qualche motivo, alla fine tradiscono le aspettative. Il consiglio, saggio vista la giovanissima età, è di lasciare a casa ogni aspettativa e osservarlo come qualunque padre guarderebbe il proprio figlio: con molta emozione, tanta curiosità e una certa paura. Ben sapendo che a 15 anni, quale che sia la tua bravura, si tratta pur sempre di un gioco.