Maldini e Massara non saranno sostituiti ma l'ad e il capo scouting avranno più poteri. Pioli resta al suo posto
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Mezz'ora o poco meno: tanto è durato l'incontro, avvenuto lunedì pomeriggio in un hotel nel centro di Milano, tra il numero uno del Milan Gerry Cardinale e il dt rossonero Paolo Maldini. Nessun confronto tra i due ma una secca comunicazione della fine del rapporto da parte di Red Bird all'ex capitano rossonero, che ha alla base una visione diversa delle strategie del club - Maldini chiedeva un rafforzamento della rosa con nomi 'di garanzia' per essere competitivi in Italia e in Europa, Cardinale punta più sui talenti da far crescere in casa - unita alla delusione per il mercato condotto nella scorsa stagione (vedi De Ketelaere e Origi). Con Maldini, che aveva assunto il ruolo di direttore tecnico dal giugno 2019, saluterà anche il suo braccio destro Frederic Massara.
ll dt e il ds avevano un contratto in scadenza a giugno 2024. Manca soltanto l'ufficialità del divorzio dalla squadra dopo la conquista di uno scudetto lo scorso anno, della semifinale di Champions League e la terza qualificazione consecutiva nella Coppa europea più prestigiosa. Confermata invece la fiducia a Stefano Pioli, che dunque rimarrà sulla panchina rossonera, a meno di ripensamenti da parte del tecnico stesso dopo il ribaltone societario.
Un vero e proprio ribaltone all'interno del club rossonero, che alcuni giocatori, da Leao a Theo Hernandez a Maignan, avrebbero preso malissimo, come riporta 'Repubblica'. Lo stesso attaccante portoghese, legatissimo a Maldini, nella tarda serata di lunedì, ha pubblicato sui social un tweet con emoticon che esprime perplessità. Il riferimento alle notizie societarie appare scontato.
Come cambia ora il Milan? Le due figure di Maldini e Massara non saranno sostituite da nuovi dirigenti provenienti dall'esterno ma la rivoluzione rossonera prevede una ridistribuzione dei ruoli all'interno del club. La volontà di Cardinale è quella di gestire la società in prima persona e di essere più presente a Milano di quanto non abbia fatto finora. Più poteri poi nelle mani di Giorgio Furlani, ad dallo scorso novembre, che gestirà il mercato, e 'promozione' del capo scouting Geoffrey Moncada, che sarà coinvolto nelle strategie da seguire per conseguire gli obiettivi prefissati dalla proprietà. Un'idea di Milan affidata al gruppo, dunque, più che alle singole figure. Il nuovo corso sta per cominciare.