"La decisione di vendere era necessaria e quella dei cinesi è stata la sola offerta"
"Se non ci sarà il closing il 13 dicembre mi riprenderò il Milan con molto piacere". Nuove ombre sulla cessione della società rossonera ai proprietari cinesi, ma questa volta a parlare è stato lo stesso Silvio Berlusconi: "Non sono pentito della vendita, era una decisione necessaria perché una famiglia oggi non può più competere. Ma se il closing dovesse saltare cambierò strategia con una squadra tutta italiana e molto giovane".
"Il Milan ha bisogno di tornare ad essere di livello mondiale - ha dichiarato Silvio Berlusconi durante la registrazione di Matrix -, ma per farlo occorrono capitali importanti. Ho cercato investitori italiani e non sono riuscito a mettere insieme una cordata. Ho provato a imitare Barcellona e Real Madrid con un azionariato popolare, ma nulla. Alla fine ho dovuto accettare l'unica offerta, quella cinese".
Vendita che però sta andando per le lunghe, ma c'è una data per il closing: il 13 dicembre: "Si farà quel giorno, ma se non ci sarà dovrò riprendermi il Milan con molto piacere e cambierò strategia. Sarà un Milan tutto italiano e molto giovane". Nessun pentimento però sulla decisione di vendere: "E' stato necessario perché il calcio è cambiato, sono entrati soldi facili dagli arabi e non c'è più modo per una famiglia di competere. Il calcio è diventato come il gioco del monopoli".
A metà dicembre l'ultimo capitolo, in un verso o nell'altro. I tifosi del Milan, intanto, aspettano impazienti di capire quale sarà il futuro societario.