L'attaccante rossonero non vede l'ora di dimostrare il suo valore e fissa un uovo obiettivo per la prossima stagione: "Voglio battere il mio record di sei gol in campionato"
Samuel Chukwueze ha voglia di riscatto e di dimostrare il suo valore. Il giocatore del Milan, dopo un primo anno non semplice, sposa il nuovo progetto di Fonseca e vuole essere protagonista. In una lunga intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, si racconta e rivela di essere stato vicino a partire: "Se i soldi per me fossero stati un problema, avrei firmato in Arabia Saudita, un anno fa mi volevano", ha raccontato e il classe '99 si è lasciato scappare che l'offerta ricevuta era molto generosa: molto più di 10 milioni netti a stagione. "La mia mente era settata solamente sul Milan - ha sottolineato il rossonero - il mio agente me lo diceva 'ehi, guarda che ci sono questi soldi…' ma io no: 'non voglio andare da nessun’altra parte'. Allora si è arreso. Quei soldi se verranno, verranno. La cosa più importante adesso è credere in me stesso, sono ancora giovane, voglio farcela, devo restare in Europa", ha concluso l'ala destra del Milan, dimostrando attaccamento alla maglia. Il giocatore crede nel nuovo allenatore Paulo Fonseca e nella sua idea di calcio: "Il mister mi dà fiducia, ora devo dimostrare che sono da Milan. Penso sia il mio momento. Fonseca mi ha detto solo una cosa: 'Samuel, non voglio vedere il Chukwueze dello scorso anno. Voglio quello del Villarreal'. E io: 'Ok, no problem'. È come se fossi rinato, sono un giocatore nuovo". La prima stagione al Milan non è andata come sperava, tante cose non hanno funzionato ed è consapevole di non aver mai convinto fino in fondo l'ex allenatore Stefano Pioli: "Sono arrivato tardi, a fine luglio, era un po’ difficile convincerlo, chi giocava nella mia posizione segnava. Tutti siamo umani, anche io volevo giocare, ma gli allenatori sono prudenti, è normale. Ho avuto un buon rapporto con Pioli, è un uomo fantastico e un bravo allenatore ma è questo il calcio".
GLI AMICI ROSSONERI CAMARDA E IL SOGNO OSIMHEN
Chukwueze però ha le idee chiare, sa cosa vuole nella prossima stagione ed è in un ambiente che considera ormai casa: "La cosa più importante è avere persone che ti danno fiducia. Il Milan è una famiglia, non una squadra. Facciamo tutto insieme. Io, Yac (Yacine Adli), Okafor, Fikayo, Ruben, Cala che è il capitano e vorrei sempre con me. Parliamo di vita, anche delle cose che vanno male", ha raccontato. "Adli è il mio fratello francese. Yac mi ha spiegato quello che dovevo e non dovevo fare a Milano. Se ho problemi, chiamo lui. Yac è unico". Ma c'è un altro giocatore che il rossonero stima molto: Francesco Camarda. "Per me è speciale. È giovane, è forte ma deve continuare a lavorare, dimenticare l’hype e spingere forte - ha detto - è molto intelligente, se continuerà a lavorare diventerà uno dei migliori attaccanti al mondo, credetemi". E a proposito di attaccanti il rossonero ha parlato dell'amico Osimhen, che considera uno dei tre giocatori più forti della Serie A. "Spero resti in Italia. Vorrei chiudere gli occhi, riaprirli e vederlo qui al Milan. Gli dico sempre: 'Sicuro che non vuoi venire?'. E lui: 'Samuel, sai che è difficile…'". Ha poi parlato di Ibrahimovic e del nuovo acquisto Morata: "Ibra è durissimo, mamma mia. Però un bravo ragazzo: è duro nel business, sempre diretto. Mi dice: 'Chuk, ci aspettavamo che segnassi…'. E poi, quando segno: “Ah, finalmente, ma dovevi segnarne due. La prossima volta non scherzare davanti alla porta'. Morata? Forte. Attacca lo spazio, fa assist, lavora duro e conosce la A più di me. Per noi esterni, è perfetto".
IL PASSATO E LA MAMMA CHE NON VUOLE GIOCHI A CALCIO
E sul suo passato racconta di quando la mamma non voleva farlo giocare a calcio, sperava intraprendesse un'altra professione: "In Africa tutti si concentrano sulla scuola e lei diceva 'il calcio non ti darà mai soldi'. Io però sono nato con il calcio dentro. Allora andavo a giocare fino alle sette di sera, e quando tornavo a casa lei mi metteva in punizione. Mi prendeva le scarpe da calcio e me le requisiva, così dovevo nasconderle. Il problema è che le trovava sempre. Una volta mi ha bruciato scarpe e magliette e mi ha detto 'Samuel, devi concentrarti sugli studi'. Ho provato, ma una parte del mio corpo era spenta. Po il fratello di mio cugino mi ha detto che c’era un provino in città. Gli ho risposto di non venire nemmeno a chiamarmi. Invece lui ha bussato alle 5.30 del mattino e mia mamma gli ha aperto: 'Samuel non viene da nessuna parte, ha scuola oggi'. Mia nonna l’ha convinta, poi mi ha svegliato e mi ha dato i soldi per il trasporto". Il resto è storia, l'hanno preso, l'hanno portato a fare un torneo in Portogallo e da l' ha poi iniziato la sua carriera. "La cosa divertente è che in Africa non si cambia idea", ha raccontato, infatti la mamma "vuole ancora che studi, mi vuole dottore, magari un dottore nel calcio. Io prima volevo fare l’avvocato ma lei: 'No no, dottore. Devi studiare farmacia'". Menomale che non ha ascoltato la mamma, vedremo cosa sarà capace di fare in questa nuova stagione al Milan, lui intanto ha già fissato l'obiettivo personale: "Voglio battere il mio record di sei gol in campionato".