La decisione a poche ore da un vertice in cui erano emerse distanze significative tra la proprietà e l'area tecnica
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Clamoroso ribaltone in casa Milan. A nemmeno 24 ore dal vertice con Gerry Cardinale, in cui erano emerse divergenze significative su vari aspetti, dal mercato passato a quello della prossima estate, Paolo Maldini e Frederic Massara lasciano il club rossonero. I due dirigenti dell'area tecnica, che un anno fa giusto avevano rinnovato fino al giugno 2024 dopo un'attesa parsa allora illogica, dovrebbero essere sostituiti dall'ad Giorgio Furlani, che avrà di fatto pieni poteri, e dal capo scouting Geoffrey Moncada, promosso in qualche modo nel ruolo di ds. Stefano Pioli, a meno di ulteriori sorprese, dovrebbe invece restare al suo posto e avere maggior voce in capitolo sul fronte mercato.
Non è ancora chiaro quali siano i termini della separazione - si attende ancora il comunicato ufficiale del club - , ma la decisione è stata presa da Gerry Cardinale, il cui rapporto con Paolo Maldini non è mai stato idilliaco. Troppo distanti le vedute sul presente e il futuro del club: la proprietà ha di fatto accusato l'area tecnica di aver speso male i soldi messi a disposizione per lo scorso mercato rimarcando i fallimenti delle operazioni De Ketelaere e Origi. Maldini, dal canto suo, continuava a chiedere autonomia nel suo lavoro e la possibilità di agire con un budget più ampio e tale da poter rinforzare realmente una rosa che, a suo modo di vedere, non può ottenere così com'è risultati migliori di quelli della stagione che si è appena chiusa.
E proprio i risultati di quest'anno non avrebbero convinto Red Bird: la semifinale di Champions è stata considerata un obiettivo importante, ma il quarto posto ottenuto solo grazie alla penalizzazione inflitta alla Juventus non è stato ritenuto all'altezza delle aspettative. Insomma, tra la stagione da 8 di Maldini e quella da 6 di Pioli, la sensazione è che il voto della società sia stato molto ma molto più basso.
Fatto sta che l'ultimo grande pezzo di milanismo se ne va. E, ironia della sorte, il giorno dopo l'addio di Zlatan Ibrahimovic, l'uomo che con Maldini e Pioli aveva rappresentato la linea da seguire, una linea di appartenenza, serietà e duro lavoro. Cosa accadrà adesso è impossibile saperlo, ma certamente si è chiusa nuovamente un'era, un'era che un anno fa sembrava di nuovi successi e appena cominciata.