L'ex centrocampista in esclusiva a 4-4-2: "Il primo ci ha trasferito idee nuove, il secondo ha ereditato una squadra già pronta e ci ha messo del suo"
Ospite della trasmissione "4-4-2", in onda su Sportmediaset.it, Alberigo Evani ha raccontato le differenze tra il Milan di Sacchi e quello di Capello: "Sacchi è stato quello che ha cominciato il lavoro, quello che ci ha trasferito determinati concetti e idee diverse da quelle a cui eravamo abituati. Capello ha poi ereditato una squadra già pronta, ci ha messo del suo e poi ha vissuto lo spogliatoio in maniera diversa rispetto a Sacchi. A livello mentale la squadra si è alleggerita ma le idee sono rimaste le stesse".
L'ex centrocampista ricorda con particolare piacere il gol nella finale di Coppa Intercontinentale del 1989: "Quelli sono stati 10 dieci giorni importanti per la mia carriera perché prima di quel gol ne avevo fatto uno nella Supercoppa Europea. Ancora oggi i tifosi mi fermano e mi ricordano quelle due reti e capisco l'importanza che hanno avuto per loro. Cosa abbiamo pensato quando Berlusconi disse che avrebbe portato il Milan sul tetto del mondo? Eravamo un po' increduli perché quando ha comprato il Milan la società era in difficoltà, poi invece come sempre ha avuto ragione lui. Un giocatore del Milan che più si è avvicinato al mio modo di giocare? E' sempre difficile far paragoni, il Milan sulle fasce ha avuto molti giocatori bravi. Potrei dire Serginho perché è sinistro ed è quello che ha avuto più continuità in quella zona di campo".