Venerdì lasciato "solo" all'allenamento, addio affrettato per risparmiare: tutti i dettagli
L'avventura di Paulo Fonseca al Milan è finita il 29 dicembre 2024: dopo le avvisaglie della mattinata, di cui vi avevamo detto in anteprima a Sportmediaset XXL, le voci si sono fatte sempre più insistenti a pochi minuti dall'inizio del match contro la Roma per poi concretizzarsi dopo la conferenza stampa post-partita, surreale per come il tecnico sia stato lasciato comunque parlare (da solo).
L'annuncio ufficiale è poi arrivato nella mattinata di lunedì. Poco dopo Fonseca ha fatto un'ultima toccata e fuga a Milanello per raccogliere le proprie cose e salutare squadra e dirigenti presenti, vale a dire Zlatan Ibrahimovic, Geoffrey Moncada e Giorgio Furlani. Uscendo dal centro sportivo rossonero si è brevemente fermato a parlare con i cronisti presenti fuori dai cancelli: "Un abbraccio a tutti e grazie per il sostegno e il rispetto. È stato motivo di orgoglio essere allenatore del Milan", queste le sue parole.
Poi sui social: "È arrivato il momento di dire addio. Sono orgoglioso di aver lavorato per il Milan e ho sempre dato il mio cuore e la mia anima per onorare la storia e la tradizione di questo grande club. Vorrei ringraziare il mio staff, i giocatori, i tifosi e tutti coloro che mi hanno sostenuto durante la mia permanenza a Milano. Auguro al club il meglio per il futuro".
Come si è arrivati a una gestione dell'uscita del tecnico portoghese così sui generis? Di sicuro ha pesato una classifica non convincente e un'identità tattica mai trovata, senza considerare lo scarso feeling con alcuni senatori della squadra. Anche col club non tutto era a posto: non è un caso che, dopo lo sfogo contro La Penna successivo alla sconfitta con l'Atalanta, Fonseca non sia stato sostenuto e, anzi, in qualche modo corretto (vedi le parole di Scaroni). Venerdì, all'allenamento a Milanello, con lui c'era solo Furlani, non proprio un segno di unità di intenti alla vigilia di uno snodo così importante come la partita contro la Roma. E si parla anche di screzi con la dirigenza sul mercato: indizi che, in qualche modo, sono stati confermati nelle parole rilasciate dal tecnico prima del match (non avrebbe voluto la cessione di Saelemaekers e per lui Tomori, nel mirino della Juve, non sarebbe da cedere).
D'altronde le voci di un esonero si susseguono da tempo, sin da quando il suo ingaggio - arrivato dopo aver valutato diversi allenatori - non era stato ben visto dalla piazza. Il licenziamento era stato sfiorato una prima volta prima del derby, poi vinto. E poi ancora prima della trasferta di Verona, anche quella vinta: con quei 3 punti Fonseca si è regalato una decina di giorni in più sulla panchina rossonera ma nulla più.
Dopo il pari con la Roma la società si è affrettata a liquidarlo, anche per una motivazione economica: nel suo contratto ci sarebbe una clausola che permetterebbe al Milan di pagargli solo il primo dei tre anni di contratto - 2,5 milioni netti a stagione - in caso di esonero entro un determinato periodo di tempo.