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Fonseca, la verità in tre partite: rilanciare Leao è il prossimo step

Tecnico e squadra in cerca di conferme dopo la prova convincente contro l'Inter. Anche le rotazioni saranno importanti e... 

di Alessandro Franchetti
24 Set 2024 - 11:16

La prossima missione si chiama Rafa Leao. Già, perché in fondo a un derby sorprendente e incoraggiante, Paulo Fonseca e il Milan hanno adesso bisogno di aggiungere un ultimo tassello per completare la metamorfosi e poter reindirizzare la stagione verso nuove prospettive. Rafa Leao è centrale, questo è un fatto, e lo è nel bene e nel male. Da una parte perché resta il giocatore con maggior talento nella rosa rossonera. Dall'altra perché, anche contro l'Inter, è sembrato il solo a non essere mai entrato completamente nei nuovi schemi e, di conseguenza, nella partita. Ma cosa chiede il tecnico al portoghese? La prima risposta era scritta sugli armadietti di San Siro prima della partita: coraggio. Il coraggio di essere più incisivo, di ricercare maggiormente le giocate, di puntare la porta, di inseguire il gol. La seconda è probabilmente fiducia e dedizione. Fiducia perché continua a sembrare poco convinto dei cambiamenti. Dedizione perché con un modulo così offensivo la fase di copertura deve riguardare anche lui e non può essere bypassata da nessuno tra gli attaccanti. E' una questione di mentalità ed è un salto di maturità che Rafa non può più rimandare se non vuole finire ai margini del nuovo progetto. E' una scelta, insomma, ed è tutta sua. 

Ma partiamo dalla domanda principale: Fonseca ripartirà dal 4-4-2 del derby? I risultati ottenuti - dalla migliore copertura del campo al più fluido sviluppo della manovra - lasciano pensare che questa sarà la strada seguita nel mini-ciclo che attende il Milan da qui al 6 ottobre e che prevede la gara casalinga contro il Lecce in campionato e la doppia trasferta a Leverkusen e a Firenze tra Champions e Serie A. Gli uomini utilizzati, al netto di rotazioni che diventeranno inevitabili, saranno probabilmente gli stessi. Il che, in altre parole, significa che Pulisic a destra e Leao a sinistra saranno confermati, come resteranno al loro posto Abraham e Morata. Mentre però le due punte e lo statunitense hanno assorbito alla perfezione il cambiamento, a Leao è mancato qualcosa per gran parte del match. Un po' di spinta, un po' di copertura. Ecco, questa distanza tra il poco e il tutto è la forbice che il portoghese dovrà stringere, perché il fattore imprevedibilità che ha complicato i piani dell'Inter non sarà più valido nelle prossime partite e toccherà affidarsi alle qualità individuali, comprese ovviamente quelle ampie di Rafa. Insomma, se l'avversario ti aspetterà, l'uno contro uno dovrà diventare una delle soluzioni e andrà ricercato maggiormente. 

In questo senso negli ultimi due anni Leao ha avuto una involuzione quasi inspiegabile: da giocatore che puntava regolarmente l'avversario (spesso gli avversari, visti i raddoppi costanti) e che per questo veniva costantemente cercato dai compagni, è passato a essere, in molte occasioni, solo una linea di passaggio del giropalla. Molti tocchi, ma quasi sempre all'indietro. Come se vivesse un disagio costante che poi, troppo spesso, lo estranea dalla partita. Il Milan si può permettere questa timidezza del suo uomo di maggiore qualità? La risposta è no. Di conseguenza sembra logico aspettarsi che Fonseca continuerà a replicare il "sistema-derby", ma pazienterà fino a quando sarà possibile e andrà a un certo punto con i giocatori che maggiormente ne seguiranno le idee. Quindi Leao potrebbe prima o dopo scivolare in panchina? La risposta è sì, anche se la mancanza di alternative nel suo ruolo perpetuerà questa eventuale rivoluzione il più a lungo possibile.  

Fonseca, che da dead man walking è improvvisamente diventato un punto fermo, è insomma atteso adesso da un altro mezzo miracolo. Restituire al Milan il Rafa Leao decisivo (e sorridente) dell'anno dello scudetto. Lavorando sulla testa e sulle motivazioni. Il resto dovrà metterlo Rafa. Alternative non ce ne sono. 

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