Il tecnico del Milan presenta il big match con la Juve: "Una buona prestazione per la svolta. Ci vuole veleno. Sono arrabbiato e deluso"
Il suo Milan è chiamato a difendere il 4° posto e Rino Gattuso chiede ai suoi una grande prova con la Juve. "Questa gara arriva a pennello. Un risultato positivo ci darebbe qualcosa in più a livello mentale, può essere la svolta - ha spiegato il tecnico - Domani ci vuole tutto, a livello tattico, di personalità e di voglia". Sui rapporti con Leonardo: "Lo dico per l'ultima volta: non c'è nessun problema. Vogliamo entrambi il Milan in Champions".
LA CONFERENZA DI GATTUSO Il Milan è in lotta per il 4° posto dopo 6 anni.
"Dobbiamo pensare al presente. Dopo il derby stiamo facendo fatica, non riusciamo a vincere le partite. Sento tante chiacchiere, è l'ultima volta che lo dico. Non c'è nulla tra me e Leonardo, a livello professionale sto benissimo. In questo momento ho un solo problema, che dopo il derby non riusciamo ad essere più brillanti. Il nostro obiettivo è portare la squadra in Champions, il resto sono solo chiacchiere. La gara con la Juve arriva a pennello: se facciamo una grande prestazione possiamo avere un qualcosa in più dal punto di vista del morale".
Su quale tasto hai battuto in vista della partita?
"Abbiamo provato diverse cose. Dobbiamo mettere la squadra che ci dà delle garanzie. Si tocca con mano che c'è un po' di nervosismo, ma può essere anche un fattore positivo. Significa che ci sono giocatori che ci tengono. Ci serve una grande prestazione che ci porta alla vittoria. La Juventus insegna questo, anche la Juventus era morta prima del ritorno con l'Atletico Madrid. Una partita gli ha cambiato lo stagione. Noi possiamo fare lo stesso percorso che hanno fatto loro".
Come si carica la squadra? E' davvero un'impresa o si può vincere?
"Si può vincere, chiamala impresa o come vuoi. Ci sono tanti giocatori che facevano delle cose incredibili qualche settimana fa. Ognuno di noi ora commette degli errori a livello tattico. Ho sentito dire che Leonardo mi ha detto di giocare con due punte e il trequartista. Son tutte chiacchiere da bar. Voglio essere onesto con voi, vi do la spiegazione. Giocavamo contro l'Udinese, una partita che dovevamo vincere a tutti i costi. Si poteva osare un po' di più, abbiamo avuto la sfortuna che si sia fatto male e non abbiamo avuto più il gioco fluido avuto negli ultimi 20-25 minuti quando Paquetà aveva preso le misure. Se qualche giocatore dice che non l'abbiamo preparata bene, ci sta. Ma sono scelte mie. Tante volte dico a Leo e Paolo chi gioca il giorno della partita. Domani ci vuole tutto, a livello tattico, di personalità e di voglia".
Situazione infortunati.
"Kessie si è allenato con noi, Romagnoli ha avuto qualche linea di febbre, ma oggi si è allenato con il gruppo. Conti settimana prossima sarà dei nostri. Paquetà è un po' più lunga, mentre Donnarumma penso che tra massimo una settimana sarà a disposizione".
La Juve avrà la testa alla Champions?
"No, è questa è la loro forza. Hanno mentalità, non mollano mai, sanno reggere la pressione e determinati ritmi. Hanno sempre 4-5 giocatori che indossano quella maglia da tanti anni e sono un valore aggiunto".
Il Milan quando soffre si esalta?
"La storia dice questo. Nei momenti di difficoltà siamo sempre usciti fuori. Stiamo pagando il derby e dobbiamo fare in fretta a cancellarlo. Ora basta, era la partita più importante che ci giocavamo da anni, ma ora dobbiamo tirare fuori tutto quello che abbiamo. La differenza di come sia cambiata la situazione è racchiusa in due immagini: l'immagine dell'1-1 abbiamo preso un gol contro l'Udinese tre conto tre, che non avremmo mai preso mesi fa perché rincorrevamo tutti, e l'immagine del miracolo di Calhanoglu nel finale. Eravamo due giocatori contro sette dell'Udinese al 94°. Non dobbiamo pensare che l'obiettivo sta sfuggendo, ma dobbiamo avere il veleno. Prima non pensavamo 'adesso se sbaglio'. La differenza è questa".
Se domani la gara andrà bene può dare energia fino a fine stagione?
"Penso di sì, ci serve un episodio per tornare vivi. Se riuscissimo a fare un risultato positivo e a fare una bella prestazione ci può essere la svolta".
Cosa ne pensi della classifica oggi?
"Non siamo gli unici che stanno facendo fatica, tranne l'Atalanta, che sta dando continuità di risultati. Siamo ancora al quarto posto, siamo anche stati a tratti fortunati. Non dobbiamo mollare".
Il Milan 100 metri lungo non si era mai visto con te.
"Mi avete preso per catenacciaro, mi avete paragonato alla buon'anima di Nereo Rocco. Conosco bene la mia squadra e so che tipo di calcio può fare. Poi chiaro che un allenatore deve andare sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo. Bisogna mettere i giocatori nella posizione giusta se vuoi riuscire a tenere una squadra per come l'hai preparata. Con la Sampdoria e con l'Inter davamo la sensazione di poter fare male nei secondi tempi. Con l'Udinese la sensazione era che potessi subire un gol in velocità. Sono d'accordo nel dire che non sembrava la mia squadra. Tante volte per cercare di fare qualcosa di diverso sto sbagliando anche io qualcosa".
Ti ho visto nervoso prima della partita con la Sampdoria.
"Quando mi avete visto nervoso? Era una tua sensazione, ero nervoso alle 4 del mattino il giorno del tuo telefonino. Non prima della partita con la Sampdoria. Tornando alla domanda, tante volte sei portato a cambiare perché vedi qualcosa che non va. So che quando si cambia possono venire fuori i nostri difetti".
Gattuso come sta vivendo questo momento del Milan?
"Non lo sto vivendo benissimo, c'è grande rammarico, c'è grande delusione e voglia di ripartire. La bocca me l'ero fatta anche io quando riuscivamo a vincere, anche non esprimendo un grandissimo calcio. Da parte mia c'è grande rabbia, perché nel momento più bello ci siamo fermati e si è fermato qualcosa. Ho il dovere di crederci, di fare qualcosa di positivo. Ho grande voglia di arrivare al 4° posto e di tornare a giocare la Champions League".
Puoi essere più preciso sul rientro di Paquetà?
"Venti giorni, un mese. Poi dipende dal giocatore che soglia del dolore ha e come reagisce la caviglia".
Sul suo futuro.
"Ho due anni di contratto dopo questo. L'altro giorno non sono stato bravo a tenermi la risposta che vi ho dato ed è venuto fuori un polverone. Il mio futuro è qua, quello di riuscire a raggiungere gli obiettivi che sia io che la società vogliamo".
Il Milan non sta giocando bene.
"Non voglio passare da presuntuoso, non so cosa vuol dire giocare bene o male. In questo momento stiamo facendo una via di mezzo. Sono d'accordo con chi dice che oggi non siamo una squadra che sta facendo le cose nel verso giusto".
Quali garanzie ci sono di fare una grande partita?
"Non so che garanzie ci sono. Giochiamo con una squadra che ha già vinto il campionato e che ha perso una sola partita due settimane fa. Ci sono tutte le componenti per fare bene. Giochiamo contro una squadra fortissima, ma possiamo fare bene, perché non c'è bisogno di stuzzicare i giocatori. Abbiamo tutte le carte in regola per fare una grandissima partita".
Come mai hai cambiato modulo con l'Udinese?
"Perché ho detto che contro l'Udinese dovevamo vincere a tutti i costi e volevo osare di più, tenendo gli avversari nella loro metà campo. Il problema è come stiamo interpretando le ultime tre partite, non un problema a livello tattico di modulo".
Sulla sfida con Allegri, suo ex allenatore al Milan.
"Ci ho giocato insieme a Perugia e poi è stato il mio allenatore per due anni. Si faceva voler bene già da giocatore. E' un uomo molto positivo, non si piange mai addosso. Su tante cose è all'opposto di come vivevo e vivo io questo lavoro e sicuramente qualcosa mi è rimasto di lui. Non l'ho mai visto arrabbiato. Ha sempre avuto questa cosa di far giocare i giovani, mi ricordo con Merkel quando si fece male Seedorf".
Su Kean.
"Abbina talento a forza fisica. Sono d'accordo con Max quando dice che va lasciato tranquillo. Deve volare basso e lavorare sui margini di miglioramento".
Bonucci e la polemica per i cori razzisti.
"Bisogna capire bene perché Leo ha detto così. Certe volte chi è più grande di te ti dà un consiglio. Voleva solo aiutare il ragazzo e farlo stare più tranquillo e basta".
Oggi hai una grinta diversa rispetto alle altre conferenze.
"Non è così. Il cane che dorme bisogna lasciarlo dormire. Io posso accendermi in un secondo, ma ci sono dei momenti in cui non serve farsi vedere così davanti alle telecamere. Non devo spaccare tutto o dimostrare qualcosa davanti alle telecamere. Non è quella la strada".