Il norvegese decisivo contro il Celtic: in stagione pochi minuti ma diverse statistiche positive, Pioli se lo coccola
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Nel Milan che continua la sua corsa al vertice della Serie A e in Europa League c'è spazio per tutti: il segreto della squadra di Pioli è l'organizzazione tattica e il concetto di squadra, lo si è ripetuto spesso. Un contesto che aiuta in poco tempo anche chi ha fatto un salto triplo, come Jens Petter Hauge che solo qualche mese fa pensava di chiudere la stagione col Bodø/Glimt e pensare solamente dopo al suo futuro. Invece il colpo di fulmine nei playoff europei ha stregato Maldini che lo ha portato subito in rossonero e per il norvegese i piani sono felicemente cambiati.
L'impatto con la nuova realtà, però, quasi subito ha visto uno stop a causa della positività al Covid-19. Per questo motivo, ma anche per un comprensibile periodo di adattamento all'Italia, Pioli lo ha dosato col contagocce, basti pensare che quella di ieri col Celtic è stata la prima partita completa giocata da Hauge in maglia rossonera.
In tutto sinora otto presenze e 237 minuti nei quali il 21enne è comunque riuscito a mettere lo zampino in quattro gol considerando le tre reti e un assist. Ma non solo, visto che ieri è stato - assieme a Kessie, centrocampista - il giocatore che ha recuperato più palloni (9), sintomo di voglia di crescere e sacrificarsi. Qualità che hanno ben impressionato il tecnico rossonero: "Sta diventando un giocatore importante, ha ancora difficoltà con la lingua ma può crescere tanto".
Sui social, dove i tifosi sono impazziti per lui, ha esultato: "Non molliamo mai, che rimonta". Hauge continuerà così, testa bassa e impegno in allenamento, cercando di sfruttare altre occasioni, soprattutto ora che mancano Ibrahimovic e Leao: "Lavoro duro e cerco di imparare ogni giorno, è bello stare in questo gruppo. Sono felice" ha detto al canale tematico milanista dopo il Celtic.