Quinta doppietta in campionato per lo svedese, che ha una media gol migliore di CR7 e di Lukaku. E ora con Mandzukic...
Gli aggettivi per esaltarlo, per descrivere quello che fa in campo nonostante i suoi 39 anni, per spiegare in una parola la sua essenza di giocatore, sono finiti. Li abbiamo già usati tutti. Zlatan Ibrahimovic sorprende ogni volta di più. Ogni volta va oltre se stesso. Erano passati 57 giorni dalla sua ultima apparizione da titolare, 22 novembre a Napoli. Doppietta allora, doppietta a Cagliari al suo rientro dal 1', che ha regalato al Milan la vittoria e di nuovo la vetta della classifica a + 3 sull'Inter. Nulla è cambiato. Senza Ibra il MIlan ha continuato la sua marcia, ma con Ibra la squadra rossonera ha ritrovato il suo condottiero, la sua guida dentro e fuori dal campo. Anzi, tutto è cambiato dal ritorno dello svedese in rossonero. Ed è stato un migliorarsi a vicenda.
Quinta doppietta in campionato per Ibra, dopo quelle realizzate a Bologna, Inter, Roma e Napoli. L'extraterrestre svedese va a segno da nove gare di fila da titolare: è la sua striscia più lunga di sempre nei cinque maggiori campionati europei. Ibra sfida anche i numeri sulla carta d'identità e vince. "I giovani mi motivano, fanno le sfide con me per vedere chi corre di più, io non mollo e dimostro che posso correre come loro", ha detto nel post partita contro il Cagliari.
Con i due gol alla Sardegna Arena è arrivato a quota 12 centri in otto gare, che tradotti significano in media una rete ogni 52'. Meglio di Cristiano Ronaldo (uno ogni 79'), meglio di Romelu Lukaku (uno ogni 104'), quest'ultimo agganciato nella classifica cannonieri. Meglio sempre di se stesso, visto che ha già superato i suoi numeri del 2020, con 10 gol in 18 partite. "Credo nello scudetto? Credo in me", ha detto ancora l'attaccante, che non si pone limiti e non conosce avversari imbattibili. E ora Ibra aspetta Mandzukic. Due facce da paura. L'avvertimento ai rivali per lo scudetto è già partito. Forte e chiaro.