Dall'Ajax al ritorno al Milan: Il feeling tra Zlatan e il suo agente andava oltre il professionale e ha portato entrambi nell'Olimpo del calcio
Zlatan Ibrahimovic ha detto basta col calcio giocato. La travagliata stagione 2022/2023 con la maglia del Milan sarà la sua ultima da professionista. Riavvolgendo un po' il nastro dei ricordi, nel momento dell'addio al calcio di Zlatan però è impossibile non pensare anche al rapporto dello svedese con Mino Raiola. Un sodalizio unico, nato con franchezza e in maniera brusca in un ristorante nel 2003 e terminato quasi vent'anni dopo solo con la prematura morte dell'agente.
Una storia intrecciata quella di Zlatan e Mino, che dall'Olanda ha portato entrambi nell'Olimpo del calcio tra dichiarazioni spesso sopra le righe, dure prese di posizione e trattative milionarie. Tutto in simbiosi e con la voglia di puntare sempre più in alto, trasformando un rapporto professionale in qualcosa di veramente speciale. "Mino è tutto - aveva detto Ibra qualche tempo fa -. Un agente, un amico, un papà, più di un famigliare. All'inizio della mia carriera mi ha aiutato molto". E in effetti tra Mino e Zlatan c'è sempre stato un feeling unico.
Fin dal primo incontro, a cui Raiola si presenta in pantaloncini corti e camicia hawaiana snocciolando numeri dei migliori attaccanti in circolazione per pungolare e testare l'ambizione del giovane Ibra. Mossa che ha subito chiarito i contorni del rapporto, improntato sulla franchezza e sulla fiducia e indirizzato all'eccellenza senza badare troppo alla forma e all'apparenza.
Un po' come tra padre e figlio. "Le cose non andavano come volevo, cercavo qualcuno che mi valorizzasse e credesse in me", aveva raccontato lo svedese parlando del momento in cui scelse Raiola come procuratore ai tempi dell'Ajax. "Zlatan decise di firmare con me perché fui il primo a dirgli che era uno stronzo - aveva spiegato l'agente -. Tutti gli altri gli dicevano solo delle belle cose, io invece gli avevo detto la verità, per renderlo migliore. L'ho guardato e gli ho detto: pensa a lavorare di più".
Un confronto che fece scattare la scintilla giusta e diede inizio a un'avventura lunga e straordinaria. Da lì in poli, del resto, grazie ai consigli e all'astuta regia di Mino, Ibra riuscirà a muovere oltre 200 milioni di euro con i suoi trasferimenti. Juve, Inter e Milan in serie A e poi Barcellona, Manchester United, Psg, LA Galaxy prima di rientrare in Italia ancora al Milan. Un ritorno pianificato e studiato con grande attenzione come tutti gli altri step in carriera. L'ultima mossa in grande stile decisa insieme a Raiola per chiudere in bellezza oltre la soglia dei 40 anni.