Logo SportMediaset
In evidenza

Seguici anche su

L'ANALISI

Il Milan è bello a metà: Pioli cerca manovra e gol

Aggiustata la fase difensiva, il tecnico rossonero chiede più palleggio e maggiore efficacia in avanti

19 Feb 2023 - 09:46

Un passo per volta, alla ricerca di un Milan perduto, rapido, aggressivo, spettacolare e scudettato, che forse non sarà più. L'analisi di Stefano Pioli, in fondo a un pomeriggio complicato ma vincente in quel di Monza - unica squadra imbattuta nel 2023 fino a ieri, ndr -, è stata estremamente lucida. Ha parlato con soddisfazione della fase difensiva, dalla linea a tre all'apporto fondamentale di tutta la squadra, ma ha chiesto alla sua banda un "passettino in più", una maggiore armonia nello sviluppo della manovra a centrocampo e in attacco. Tutto giusto, perché se il grande pregio della squadra che nemmeno un anno fa si è cucita il tricolore al petto era la compattezza dei reparti che permetteva movimenti sincronici e, di conseguenza, un pressing molto alto, il limite di oggi sta proprio nella sensazione di disarmonia. Il Milan, per capirci, sembra un po' diviso in tronconi quando deve ripartire: la difesa, poi il centrocampo, infine l'attacco, in qualche modo ciascuno per se stesso. 

Cerchiamo di spiegarci meglio: lo sviluppo dell'azione del vecchio 4-2-3-1 era quasi automatico. Ciascuno aveva tre passaggi mandati a memoria e movimenti così automatici da velocizzare lo scorrimento del gioco. In altre parole, chi aveva la palla sapeva dove fossero i compagni senza nemmeno dover alzare la testa. A Monza, ma così è stato anche contro il Torino e contro il Tottenham, vale a dire nelle tre gare vinte con il minimo sforzo e senza subire reti, si è invece notato un certo disorientamento in alcuni tra i giocatori cardine. L'esempio più lampante, nonostante la crescita evidente di Theo, è a sinistra, dove il francese, alzando la testa, non trova più Leao sulla sua verticale - il portoghese è chiamato ad accentrarsi -, ma lo stesso si può dire sul lato opposto, dove l'efficacissimo triangolo tra esterno alto, esterno basso e mezzala è disinnescato dalla difesa a tre e dal conseguente movimento a tutta fascia di Messias o Saelemaekers. Anche Tonali sembra avere meno linee di passaggio di una volta e sembra a tratti in difficoltà nella gestione del pallone.   

Questo, sia chiaro, è il conto da pagare al necessario cambio di modulo e al tempo che servirà per digerirlo. Il Milan di oggi, però, sembra un po' la Juve di Allegri. Con tutti i pregi allegati - compattezza, equilibrio, solidità -, ma anche con i limiti che hanno caratterizzato la stagione dei bianconeri, otto risultati utili consecutivi compresi, vale a dire un certo scollamento tra i reparti e l'evidente difficoltà di portare il pallone alle punte che, nel caso dei bianconeri, se la vedevano poi per gli affari loro come se giocassero una partita a parte. E' in questo che Pioli deve lavorare e sta lavorando. Ed è questo che sta chiedendo alla sua squadra: palleggio più sicuro e movimenti migliori degli attaccanti, per cercare spazi e crearli ai compagni. Circolazione orizzontale da una parte e gioco in verticale dall'altra, l'a-b-c del calcio insomma. 

D'altra parte in questo senso sarà fondamentale il recupero di Bennacer, più adatto di Tonali a gestire palloni complicati, più dinamico e più portato a creare superiorità numerica in mezzo. E servirà, in avanti, anche il ritorno di Ibrahimovic, perché nessuno come lui sa giocare da regista offensivo e invitare i compagni all'inserimento negli spazi. Insomma, la parte più necessaria del lavoro è stata fatta, con tanto di scoperta di Thiaw, veramente ottimo in marcatura e fondamentale sulle palle alte. Ora, però, bisogna completare la metamorfosi. Perché il corto muso varrà pure tre punti come una larga vittoria, ma non sempre è possibile. E Atalanta e Tottenham, prossimi grandi ostacoli nella doppia corsa Champions dei campioni d'Italia, sono pronte a dimostrarlo. 

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri