Piccoli segni di crescita rispetto a Salernitana e Udinese, ma al Maradona Pioli si gioca gran parte della stagione. Aspettando Ibra...
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Manca letteralmente il tempo di respirare in quella che, probabilmente, è l'ultima e decisiva settimana della stagione del Milan. Dall'Inter al Napoli senza via di ritorno, con il derby di Coppa Italia appena messo alle spalle e la sfida scudetto del Maradona da preparare e provare a vincere. Vincere, ecco il punto, perché Stefano Pioli, su questo, ha ragione da vendere. Dopo aver seminato per due anni e mezzo, il suo Milan deve imparare a vincere un titolo, che si tratti di Coppa Italia o campionato poco importa. Ma come arrivano i rossoneri al big match di domenica sera?
Intanto con una difficoltà in più cui far fronte per la probabile assenza di Alessio Romagnoli al centro della difesa (escluse lesioni muscolo-tendinee ed evoluzione clinica da valutare giorno per giorno, ndr). Con Tomori, in crescita dopo l'infortunio, ci sarà Kalulu, reduce da buonissime prestazioni proprio nel periodo di assenza del difensore inglese. In mezzo al campo, invece, sarà di nuovo a disposizione Sandro Tonali, che sarà affiancato da uno tra Bennacer, in grande spolvero contro l'Inter, o Kessie, ancora sotto passo rispetto allo standard della passata stagione. Davanti, invece, il punto di domanda è grande così e riguarda essenzialmente Zlatan Ibrahimovic, ancora in tribuna ieri sera e alle prese con un recupero complicato. L'alternativa, come sempre, si chiama Olivier Giroud.
Più degli uomini, però, faranno le gambe e la testa ed è da qui che bisogna ripartire. Il pari del derby non restituisce un Milan brillante, ma certamente un Milan migliore di quello delle ultime prestazioni. In parte perché la squadra ha dimostrato in tutto l'arco della stagione di saper trovare risorse importanti proprio nelle gare più difficili - non a caso ha il miglior score di tutti negli scontri diretti -, in parte perché le scorie del doppio pareggio contro Salernitana e Udinese sono sembrate alle spalle, anche se resta evidente la difficoltà attuale di trovare alternative ai gol di Leao, risparmiato negli ultimi minuti contro l'Inter forse proprio in vista del Napoli. Quel che è certo è che la squadra di Pioli ha ritrovato fluidità di gioco e, anche se in maniera ancora un po' confusa, ha riproposto i temi tattici e tecnici che ne hanno segnato le ultime due stagioni. E', insomma, nella difficoltà, ripartita dalle certezze e, senza esaltare, ha comunque fatto un passo in avanti. Quanto sia importante questo andare oltre lo scopriremo domenica sera.
Inutile dire che il campionato comincia sostanzialmente adesso. La sensazione è che a 83-84 punti si vincerà lo scudetto, perché difficilmente una delle prime tre riuscirà a vincere tutte le undici partite rimanenti. Il che, di fatto, significa che il cammino passerà per 9 punti ogni quattro partite e, ovviamente, per gli scontri diretti rimanenti da qui alla fine. Napoli e Atalanta per il Milan, con le sfide a Fiorentina (in casa) e Torino (in trasferta) da tenere in debita considerazione. Archiviata la Coppa Italia e in attesa del match di ritorno, tocca quindi rimettere testa e gambe sul campionato. A partire dalla notte del Maradona. Da Napoli sono passati gli scudetti del Milan di Sacchi, da Napoli potrebbe passare quello di Pioli. Spalletti e Osimhen permettendo.