Il pari ottenuto nel recupero avvicina in classifica le altre pretendenti alla Champions
Un anno fa iniziava il lockdown da cui, una volta ripartito il campionato, il Milan avrebbe spiccato il volo con una serie impressionante di risultati positivi. Se qualcuno, all'epoca, avesse predetto ai rossoneri il finale della scorsa stagione e la posizione in classifica di questa, sarebbe stato preso per pazzo. Se si vuole vedere il bicchiere mezzo pieno bisogna partire da qui e dalla consapevolezza che non esiste, in serie A, una squadra che riesca a inibire qualsiasi tentativo di avvicinarsi alla propria porta come l'Udinese.
La fatica di un anno al di sopra delle proprie possibilità, però, inizia a farsi sentire. Magari è soltanto una stanchezza psicologica visto che i parametri atletici, a detta di Pioli, non destano preoccupazioni. Un stanchezza, comunque, più che giustificata. Quasi un anno di imprese straordinarie ottenute, non dimentichiamolo, nonostante una serie di infortuni anche illustri che avrebbero limitato anche squadre con rose di più alta qualità rispetto a quella rossonera.
Contro l'Udinese, giusto per fare l'ultimo esempio, Pioli è stato costretto a fare a meno dell'ossatura verticale pensante: Bennacer, Calhanoglu e Ibrahimovic. A tutto questo va aggiunto l'infortunio di Tonali. Non il modo migliore per cercare di sfondare il blocco friulano che concede sempre pochissimo agli avversari. Leao, che può essere decisivo con i suoi strappi in velocità, ha sofferto la posizione di centravanti e a poco sono serviti gli scambi di posizione sulla fascia con Rebic. Le cose non sono migliorate nemmeno quando è stato messo alle spalle del croato nell'assalto finale.
La mancanza di spazi, oltre a inibire le doti migliori di Leao, ha impedito al Milan di sviluppare il consueto gioco di scambi veloci sulla trequarti e, con un Diaz che faticava tremendamente a trovare una posizione libera, la manovra è passata soprattutto per Kessie, diventato a tutti gli effetti l'anima di questa squadra. Pioli si può consolare pensando che non tutto è perduto, che se l'Inter dovesse mollare i punti di distacco non sono troppi, che la corsa Champions vede i rossoneri comunque a più 4 sulle terze e che c'è sempre un ottavo di Europa League da giocare. Si può ancora pensare in grande, dipende solo dalla benzina, fisica e mentale, rimasta nel serbatoio rossonero.