Il centrocampista inglese al The Times: "Il cambiamento è sempre difficile, ma talvolta può essere la miglior soluzione"
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A due giorni dal debutto in Serie A con la maglia del Milan, Ruben Loftus-Cheek ha raccontato i motivi del suo trasferimento dal Chelsea al Diavolo. "Ho sempre pensato all’ipotesi di trasferirmi. Vedendo com’è terminata l’ultima stagione, ho capito che era il momento giusto per andare oltre - ha dichiarato il centrocampista inglese al The Times -. Iniziavo a sentirmi davvero bene con il mio corpo ed ero guarito dai miei infortuni. Dopo le ultime due annate, sentendomi davvero bene e non giocando nella posizione in cui avrei voluto, mi sentivo come un animale in gabbia. Voglio solo essere libero di giocare. Il cambiamento è sempre difficile, ma talvolta può essere la miglior soluzione".
Loftus-Cheek non vede l'ora di giocare a San Siro. "Ricordo quando Jorginho stava per battere il rigore (Milan-Chelsea 0-2, ndr) e potevi sentire quei fischi che erano così rumorosi, era incredibile. Pensavo: immagina di giocare con questo tipo di tifo per te, sarà incredibile. Non vedo l’ora di giocare lì".
L'ex Chelsea è stato aiutato nel suo inserimento dall'amico Tomori. "Inizialmente non potevo dirgli che stavo parlando con il Milan. Gli chiedevo come fosse la vita qui e lui mi rispondeva: ‘Perché mi stai chiedendo questo?’ Ho parlato molto con Fik e quando il trasferimento è stato sempre più vicino gli ho rivelato che sarei probabilmente arrivato in Italia. È stato molto gentile con me. Non conoscendo la lingua, mi ha fatto da interprete e mi ha spiegato come lavorare, mi ha dato una mano per integrarmi".
Loftus-Cheek non nasconde la grande speranza che il Milan possa permettergli di riconquistare la Nazionale. "Voglio assolutamente giocare di nuovo con quella maglia. Lo voglio, lo vogliono tutti. Sento che in questa stagione posso tornare a farlo, giocando molte partite e ricominciando a godermi il calcio. Poi vedremo cosa succederà, ma sono ancora molto affamato: mi sento di nuovo un ragazzino, sono entusiasta".